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Le vacanze fanno male al matrimonio. Boom di divorzi dopo le ferie. Una ricerca americana

di Maria Rita Montebelli

Sembra proprio che le vacanze, quelle estive come le invernali, non facciano bene alle coppie. Marzo  e agosto sono infatti i mesi in cui si intentano più cause di divorzio negli USA. E un gruppo di sociologi della Washington University è andato ad indagare il fenomeno.

25 AGO - C’è una stagione per tutto. Anche per il divorzio. E’ la conclusione alla quale giunge uno studio della Washington University presentato all’111° congresso dell’American Sociological Association (ASA).
Almeno nello stato di Washington, del quale i ricercatori americani hanno analizzato i dati dal 2001 al 2015, è infatti possibile riconoscere due picchi annuali nell’avvio delle cause di divorzio. I mesi ‘a rischio’ sono marzo e agosto, subito dopo le vacanze invernali ed estive insomma.
 
Diverse le chiavi di lettura. Secondo gli autori, essendo le vacanze un momento sacro per le famiglie, si evita di avviare una pratica di divorzio proprio sotto Natale, magari con la speranza che una bella vacanza in famiglia possa in qualche modo rimettere le cose a posto.
 
La gente arriva dunque alle vacanze con grandi aspettative, nonostante negli anni passati possano esserci stati motivi di scontento. Le vacanze sono rivestite di ottimistiche speranze per un nuovo inizio, di qualcosa di diverso; quasi un momento di transizione verso una nuova fase della vita. E’ un periodo carico di simbolismi.
 
Purtroppo però le vacanze possono presentare anche momenti di grave stress emotivo per molte coppie, durante i quali si può finire di lacerare una relazione già traballante. E il pattern dei ‘picchi’ annuali di divorzio – sostengono gli autori – riflette in qualche misura le disillusioni che le coppie in crisi si trovano a fronteggiare quando le vacanze non appagano le loro aspettative. Per questo, una volta rientrati, si può decidere di andare dall’avvocato, magari ad agosto, subito dopo le vacanze e prima che riprenda la routine scolastica dei figli. Meno leggibili sono le crisi di marzo, non proprio a ridosso dalle vacanze invernali. Secondo i sociologi americani, le coppie hanno magari bisogno di riprendersi dalle spese sostenute durante le vacanze e forse, appena usciti dalle vacanze, ci mettono un po’ di tempo a inquadrare la situazione e a cercarsi un avvocato. Una condizione che però non si applica alle vacanze estive. Forse – riflettono gli autori è l’incombenza della ripresa della scuola a far precipitare la situazione e accorciare i tempi, almeno nel caso delle coppie con figli.
 
E comunque, anche i suicidi mostrano un picco primaverile perché, secondo gli psichiatri, l’allungamento delle giornate e l’aumento delle attività, danno alle persone quella spinta motivazionale in più per passare all’azione, sia essa un suicidio o un divorzio.
 
Questa ricerca non era peraltro mossa dall’intento di individuare un pattern stagionale nel trend dei divorzi, ma per studiare gli effetti della recessione sul tasso di disoccupazione, la riduzione del valore delle case e la stabilità delle coppie. La scoperta del doppio picco annuale dei divorzi è stata dunque una sorpresa anche per gli autori.
 
“Questo pattern– afferma la professoressa Julie Brines della Washington University - risulta molto definito e consistente da un anno all’altro e da una contea all’altra”. Scartata l’ipotesi di un’influenza ‘stagionale’ legata alla disoccupazione, al prezzo delle case o altro, i ricercatori hanno cominciato a prendere in considerazione l’ipotesi ‘vacanze’.
 
Una curiosità: la loro analisi ha preso in esame tutte le contee dello stato di Washington con la sola eccezione di Lincoln e Wahkiakum, perché queste piccole contee rurali sono tra le pochissime negli USA dove i matrimoni possono essere sciolti ‘per posta’, senza bisogno di recarsi di fronte al giudice. Visto che chiunque in questo stato può avviare una causa di divorzio in queste due contee e ritenendo che per la facilità della procedura in queste contee potessero verificarsi dei ‘picchi’ anomali di procedure di divorzio, le due contee sono state escluse dall’analisi statistica. Andando comunque a verificare il dato per la contea di Lincoln, i sociologi hanno evidenziato lo stesso pattern primaverile nelle cause di divorzio, anche se con numeri più elevati. “Questo ci ha fatto pensare che emotivamente le persone hanno bisogno di un po’ di tempo prima di fare un passo simile. Chiedere il divorzio, davanti al giudice o per posta, rappresenta un passo importante”.
 
Lo stadio successivo di questa ricerca è consistito nell’andare a ricercare eventuali trend annuali di divorzio anche in altri 4 stati (Ohio, Minnesota, Florida e Arizona) che hanno leggi sul divorzio simili a quelle in vigore nello stato di Washington, ma che differiscono per condizioni demografiche ed economiche. In particolare, durante la recessione, Florida e Arizona sono stati tra gli Stati più colpiti dalla crisi del mercato immobiliare, mentre l’Ohio ha presentato in media i tassi di disoccupazione più elevati. Nonostante tutte queste importanti differenze, anche in questi Stati è stato riscontrato lo stesso pattern annuale nell’andamento delle cause di divorzio.
 
Maria Rita Montebelli

25 agosto 2016
© Riproduzione riservata

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