Il Mondo è troppo illuminato e non vediamo più le stelle. E anche la nostra salute è in pericolo
di Maria Rita Montebelli
Oltre l’80% del mondo vive sotto una cappa di inquinamento luminoso. Il 60% degli europei e l’80% degli americani non vedono più da tempo la via lattea perché le notti sono ‘avvelenate’ di luce, con gravi ricadute per l’ecosistema, cioè per piante, insetti, animali, ma anche per l’uomo. Ma il peggio deve ancora venire. Il passaggio all’illuminazione LED potrebbe infatti aumentare di 2-3 volte l’attuale grado di inquinamento luminoso
12 GIU - Un terzo dell’umanità non vede più la via lattea, una deprivazione culturale e dell’immaginazione che arriva ad interessare l’80% degli abitanti dei paesi occidentali . Colpa dell’inquinamento luminoso cioè dell’
alterazione dei livelli naturali di luce notturna causata da fonti antropogeniche di luce.
E per chi abbia voglia di capire quanto grave e pervasiva sia questa forma di inquinamento, basta consultare la nuova edizione dell’Atlante dell’inquinamento luminoso, pubblicato su
Science Advances e messo a punto da scienziati italiani (
Fabio Falchi,
Pierantonio Cinzano e
Riccardo Furgoni dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso di Thiene), tedeschi, israeliani e americani.
Chiunque abbia viaggiato in aereo di notte, ha avuto modo di vedere come le città siano annunciate da un gigantesco alone luminoso, anche da grande distanza. Una cappa di luce artificiale che inghiotte stelle e galassie per gli abitanti di queste ‘isole’ luminose e che notte dopo notte cancella la memoria di quelle stelle, che hanno popolato sogni e speranze e ispirato poeti in tutta la storia dell’umanità.
“C’è un’intera generazione di americani – commenta uno degli autori dell’Atlante,
Chris Elvidge, scienziato dei NOAA National Centers for Envirnomental Information di Boulder (Colorado, USA) – che non ha mai visto la via lattea. È una parte importante del nostro essere in contatto con il cosmo, ed è andata persa”
Ma naturalmente l’inquinamento luminoso è molto più che derubare l’umanità dal poter esprimere desideri sulle stelle cadenti. Le luci notturne devastano l’ecosistema e confondono gli insetti, gli uccelli, le tartarughe marine, con conseguenze spesso fatali. Numerose ricerche suggeriscono che le luci artificiali notturne possono influenzare in maniera negativa anche la salute dell’uomo, aumentando il rischio di obesità, depressione, turbe del sonno, diabete, tumori.
Le luci notturne in particolare possono alterare il nostro orologio circadiano e sopprimere o alterare gravemente la produzione di melatonina e quindi a cascata tutte le attività nelle quali è implicata (indurre il sonno, stimolare il funzionamento del sistema immunitario, aiutare il funzionamento di tiroide, pancreas, gonadi e surreni).
Il team di scienziati italo-americani per realizzare l’Atlante si è avvalso di dati satellitari ad elevata risoluzione (forniti dal satellite orbitante NOAA/NASA Suomi National Polar) e di misurazioni di precisione della luminosità del cielo registrate da terra, presso 20.865 luoghi nel mondo, anche grazie all’aiuto di privati cittadini. Avere a disposizione questi strumenti ha consentito di migliorare sensibilmente l’accuratezza di questa nuova edizione dell’atlante, rispetto alla precedente del 2001.
Tra i Paesi del G20 maggiormente inquinati dalla luce artificiale figurano l’Italia e la Corea del Sud, mentre i meno inquinati sono Canada e Australia. Tutta l’Europa è sotto la cappa dell’inquinamento luminoso con l’eccezione di piccole aree in Scozia, Svezia, Norvegia Austria e Spagna. Chi vive in India o in Germania ha le maggiori possibilità di vedere la via lattea da casa; possibilità preclusa a quasi tutti gli abitanti della Corea del Sud e dell’Arabia Saudita.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, “alcuni dei nostri parchi nazionali, come Yellowstone e il sud-ovest deserto – afferma
Dan Duriscoe del National Park Service - sono ormai l’ultimo rifugio del buio. E siamo fortunati ad avere tutti questi spazi pubblici che controbilanciano un po’ le grandi città”.
“Spero che questo atlante – ha commentato Fabio Falchi – riuscirà finalmente a far aprire gli occhi della gente sull’impatto globale dell’inquinamento luminoso, nel momento in cui stiamo per assistere ad una transizione mondiale verso la tecnologia LED. A meno che non si presti grande attenzione ai colori dei LED e ai livelli di illuminazione, questo passaggio potrebbe portare purtroppo ad un aumento di 2-3 volte nella luminosità del cielo nelle notti serene ”.
Maria Rita Montebelli
12 giugno 2016
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