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Superbatteri. Da Europa limite all’uso degli antibiotici in agricoltura

di Ben Hirschler

L’Agenzia europea per la regolamentazione sui medicinali (EMA) ha fissato una soglia per l’uso agricolo della colistina che dovrebbe essere limitata ad un massimo di 5 mg per chilogrammo per il bestiame, onde evitare la pericolosa diffusione della resistenza batterica al farmaco, verificatasi lo scorso anno.

27 MAG - (Reuters Health) - La richiesta di fissare una soglia limite dell’uso della colistina un antibiotico a uso veterinario impiegato negli allevamenti – è l’ultima di una serie di warning che riguardano la lotta alla resistenza agli antibiotici. In proposito l’EMA sostiene che se questo avvertimento per la colistina verrà applicato con successo, a livello europeo si potrebbe tradurre in una riduzione complessiva di circa il 65% delle vendite attuali della colistina per uso veterinario. Idealmente, però, il consumo dovrebbe essere ancora più basso, e l’EMA precisa che di fatto potrebbe essere auspicabile una soglia limite di 1 mg o meno, dato che Danimarca e Olanda hanno già raggiunto questo obiettivo, mentre altri Paesi, tra cui Spagna e Italia, hanno consumi di gran lunga superiori.

La colistina, utilizzata per più di 50 anni sia negli animali che negli uomini, viene generalmente somministrata come trattamento di ultima linea delle infezioni causate da batteri multiresistenti.Lo scorso anno ha destato allarme un epidemia in Cina dalla quale è emerso che un nuovo gene rende i batteri altamente resistenti alla colistina. Come è noto i superbatteri resistenti agli antibiotici costituiscono una minaccia crescente in tutto il mondo; una revisione degli studi appena pubblicata su questo tema ha evidenziato l’importanza di nuove misure per affrontare il problema, compresa la necessità di limiti sull’uso di antibiotici in agricoltura e di nuovi investimenti nella ricerca di nuovi farmaci.

A rischio 10 milioni di persone
Jim O’Neill
, ex capo economista di Goldman Sachs, che ha guidato la revisione, ha affermato che la resistenza agli antimicrobici potrebbe uccidere oltre 10 milioni di persone in più l’anno con un costo che può arrivare a 100 miliardi di dollari entro il 2050, se non si riesce a tenere sotto controllo questo fenomeno. Va aggiunto che l’esatta quantità di antibiotici usati nella produzione agricola alimentare è globalmente difficile da stimare, ma gli esperti ritengono che tale quantità sia dell’ordine di grandezza simile a quella utilizzata dagli uomini.

Pericoli dalla catena alimentare
L’uso di routine in agricoltura supporta di fatto la resistenza ai farmaci, poiché i batteri sono esposti più spesso agli antibiotici e i ceppi farmaco-resistenti arrivano ad infettare l’uomo attraverso la catena alimentare. In conclusione, l’ente commerciale Health for Animals trade body, di cui fanno parte molte aziende ne campo veterinario tra cui Zoetis, Bayer, Merck e Elanco di Eli Lilly, sostiene un utilizzo più responsabile dei farmaci in agricoltura, aggiungendo, tuttavia, che spesso l’uso di antibiotici è necessario per le aziende agroalimentari.

Fonte: EMA

Ben Hirschler

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

27 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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