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Sonno. Dormire poco riduce i livelli di colesterolo ‘buono’ e favorisce l’aterosclerosi

di Maria Rita Montebelli

Dopo le alterazioni del metabolismo dei carboidrati e dei meccanismi di regolazione dell’appetito, arriva dalla Finlandia la dimostrazione che la perdita di sonno altera i sistemi di trasporto del colesterolo. Questa scoperta, unitamente alla dimostrazione di un’attivazione dei meccanismi dell’infiammazione causata dalla deprivazione di sonno, contribuiscono a spiegare l’aumentato rischio di eventi cardiovascolari nei ‘nottambuli’

25 APR - Perdere il sonno non fa bene, come hanno ampiamente dimostrato una serie di studi.  Chi dorme meno ingrassa più facilmente e si apre la strada verso il diabete, per un impatto negativo della deprivazione di sonno sul metabolismo dei carboidrati e le alterazioni degli ormoni deputati al controllo dell’appetito. Dormire meno significa anche alterazioni del sistema immunitario e attivazione dell’infiammazione. Ma non è tutto. Adesso un gruppo di ricercatori dell’università di Helsinki, in uno studio pubblicato su Scientific Reports, dimostra che le ore di sonno perse influenzano anche il metabolismo del colesterolo, sia a livello dell’espressione genica, che dei livelli di lipoproteine circolanti.
 
“In questo studio – spiega Vilma Aho, ricercatore del gruppo Sleep Team Helsinki – abbiamo esaminato quali alterazioni la deprivazione di sonno provoca a livello di alcuni funzioni dell’organismo e quali di queste alterazioni possano essere ritenute, almeno parzialmente, responsabili di un aumentato rischio di patologie”.
 
Lo studio finlandese ha dimostrato in particolare che i geni che partecipano alla regolazione del trasporto del colesterolo sono meno attivi nei soggetti sottoposti a deprivazione di sonno, rispetto a chi dorme un numero sufficiente di ore. Una dimostrazione questa acquisita negli esperimenti di deprivazione di sonno in laboratorio, poi replicata a livello di popolazione in studi epidemiologici real life.
 
I dati di popolazione hanno infatti consentito di scoprire che le persone che dormono poco hanno livelli più bassi di colesterolo HDL (colesterolo ‘buono’), rispetto a chi dorme a sufficienza.
Questo nuovo riscontro, unito agli altri fattori di rischio, dà una chiave di spiegazione per l’elevato rischio cardiovascolare osservato nei soggetti che dormono poco e contribuiscono alla comprensione dei meccanismi patologici sottesi a questa associazione.
 
“In particolare, molto interessante è il fatto – sottolinea la Aho - che fattori quali infiammazione e alterazioni del metabolismo del colesterolo, che contribuiscano all’innesco dell’aterosclerosi, siano stati ritrovati tanto nello studio sperimentale che nella parte epidemiologica”. E i risultati sottolineano ancora una volta l’impatto negativo per la salute giocato da una scarsa quantità di sonno.
I ricercatori finlandesi ritengono che bisognerebbe evidenziare a livello di educazione sanitaria l’importanza che una buona qualità e quantità di sonno gioca per la salute e viceversa. La correzione degli stili di vista dovrebbe cioè riguardare non solo l’attività fisica e la dieta ma anche focalizzarsi sul sonno.
 
“Il nostro studio – conclude la Aho – ha dimostrato che già dopo appena una settimana di deprivazione di sonno, cominciano ad evidenziarsi alterazioni nel metabolismo e nelle risposte immunitarie. Il nostro prossimo obiettivo è stabilire se anche alterazioni più contenute nei pattern del sonno possano provare simili alterazioni”.
 
Maria Rita Montebelli

25 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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