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Tubercolosi. Una “impronta-RNA” nel sangue predice il rischio


Ricercatori sudafricani e statunitensi hanno scoperto nel sangue “un’impronta-RNA” formata da 16 geni che predice in modo accurato il rischio di progressione della tubercolosi latente verso la malattia attiva. Un terzo della popolazione mondiale è infettato dal Mycobacterium tuberculosis, ma meno del 10% di quelli infetti progredirà verso la tubercolosi attiva. E i test attuali non sono in grado di prevedere chi svilupperà la tubercolosi in forma attiva.

15 APR - (Reuters Health) - Willem A. Hanekom dell’Università di Città del Capo in Sud Africa e della Fondazione Bill & Melinda Gates a Seattle, Washington e colleghi, hanno utilizzato i dati ottenuti dall’estrazione e dal sequenziamento del RNA di 46 adolescenti (progressor) che sarebbero stati in grado di migliorare la progressione della tubercolosi verso la forma attiva e 107 controlli appaiati che non avevano la stessa possibilità. L’espressione di questi geni nell’impronta rilevata nel sangue ha supportato nei primi la predittività diagnostica per la incombente tubercolosi, e questa “impronta” del rischio di tubercolosi attiva costituisce una consistente discriminazione tra progressors e controlli. L’impronta del rischio all’80,6% di specificità, ha raggiunto il 71,2% di sensibilità nei sei mesi immediatamente prima della diagnosi, la sensibilità 62,9% da sei a 12 mesi prima della diagnosi, e il 47,7% di sensibilità nei 12 a 18 mesi prima della diagnosi.
 
L’impronta RNA ha predetto la progressione della tubercolosi con una sensibilità simile in due coorti di adulti sani per la validazione dei contatti domestici, sempre con maggiore sensibilità nei campioni prelevati più ravvicinati al momento della diagnosi. Inoltre l’impronta ha rapidamente differenziato la tubercolosi attiva dall’infezione latente e la tubercolosi attiva da altre malattie polmonari nelle coorti degli adulti e discriminato la tubercolosi attiva dalle infezioni latenti da M. tuberculosis e da altre malattie nell’infanzia, nella coorte degli adolescenti. Inoltre, l’impronta RNA di rischio per la tubercolosi attiva è gradualmente scomparsa nel corso di sei mesi di terapia.

I commenti
“I nostri risultati, dimostrando che le impronte geniche nel sangue di individui sani che sono in grado di prevedere la progressione della tubercolosi verso la malattia attiva, potrebbero spianare la strada per creare nuovi metodi diagnostici rimborsabili e poco costosi”, hanno scritto gli autori. “Il prossimo primo passo importante sarebbe quello di verificare se questa impronta può predire la tubercolosi nella popolazione generale, piuttosto che nelle popolazioni selezionate incluse in questo progetto, ad esempio, se il rischio di malattia di tubercolosi nelle nostre popolazioni è molto superiore alla durata del rischio di 10% riscontrato nella popolazione generale”. “L’impronta da noi descritta rappresenta un potenziale per una terapia preventiva altamente mirata, e quindi per interrompere l’epidemia in tutto il mondo”, aggiungono gli autori in conclusione.

Fonte: Lancet 2016

Reuters Staff

(versione italian Quotidiano Sanità/Popular Science)

15 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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