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Attenzione al fumo degli incendi estivi: può provocare arresti cardiaci

di Maria Rita Montebelli

Uno studio appena pubblicato suggerisce che l’esposizione al fumo degli incendi boschivi, triste presenza dei mesi estivi, potrebbe aumentare il rischio di arresto cardiaco e di eventi coronarici acuti. Gli autori suggeriscono di consultare immediatamente un medico se, dove aver respirato il fumo di un incendio, si avvertono sintomi sospetti. Il consiglio vale soprattutto per gli over 65.

16 LUG - Il periodo estivo purtroppo porta con sé anche il rischio degli incendi boschivi e mentre il pensiero corre immediatamente al rischio di una riacutizzazione di patologie respiratorie, una nuova ricerca pubblicata su Journal of the American Heart Association apre un altro fronte di preoccupazioni.
 
L’inquinamento dell’aria causato dagli incendi estivi potrebbe infatti, secondo gli autori di questo studio, aumentare il rischio di arresto cardiaco e di altri eventi cardiaci acuti.
 
Lo studio pubblicato su JAHA esamina l’associazione tra l’esposizione al particolare fine correlato agli incendi boschivi e il rischio di eventi cardiaci acuti nello Stato australiano di Victoria tra il dicembre 2006 e il gennaio 2007. Nell’arco di questi due mesi di incendi record del ‘bush’ australiano, il fumo degli incendi ha raggiunto le città di questa regione e per diversi giorni il livello di particolato nell’aria ha superato i limiti raccomandati per la qualità dell’aria.
 
Le particelle di particolato prese in esame dai ricercatori sono quelle con diametro inferiore a 2,5 µm (PM2,5), cioè più piccolo di una particella di polvere, ovvero pari a 1/30 del diametro di un capello umano, quindi non visibili ad occhio nudo.
 
Andando ad esaminare i registri sanitari dello stato di Victoria i ricercatori hanno evidenziato  che un aumento di concentrazione di particolato dal 25° a 75° percentile per due giorni, dopo gli opportuni aggiustamenti per temperatura e umidità, si correlava ad un aumento del 6,9% degli arresti cardiaci avvenuti fuori dall’ospedale, in particolare tra gli uomini e tra gli ultra-65enni.
 
Nello stesso periodo si è registrato un aumento del 2,07% di accessi al pronto soccorso per eventi coronarici acuti e un aumento dell’1,86% del tasso di ricoveri per cardiopatia ischemica, in questo caso con una prevalenza tra le donne e gli ultra-65enni.
 
“Respirare il fumo degli incendi boschivi – ricorda Anjali Haikerwal, autore dello studio e dottorando presso la School of Public Health & Preventive Medicine della Monash University di Melbourne, Australia - è certamente correlato a problemi respiratori, quali l’asma, ma fino ad oggi nessuno aveva dimostrato una correlazione tra esposizione al fumo degli incendi e problemi cardiaci”.
 
L’esposizione a particolato fine sembra dunque fungere da fattore scatenante per una sindrome coronarica acuta. “Non tardate a rivolgervi al vostro medico – consiglia Haikerwal – nel caso in cui doveste sperimentare sintomi sospetti per coronaropatia, dopo esposizione al fumo di un incendio. Durante gli incendi dunque è bene prendere misure precauzionali come consigliato dai medici e questo è importante in particolare per le persone più anziane, perché più a rischio di eventi indesiderati a seguito dell’esposizione al fumo”.
 
Il particolato fine, sul banco degli imputati di questo studio quale trigger di eventi coronarici acuti e di arresto cardiaco, oltre che essere presente nel fumo degli incendi boschivi, è prodotto anche dalla combustione di carbone e dagli scarichi delle auto.
 
Maria Rita Montebelli

16 luglio 2015
© Riproduzione riservata

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