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Cancro al seno. Il progesterone potrebbe in futuro essere utile nel trattamento 

di Viola Rita

Un gruppo internazionale di ricercatori ha ‘fotografato’ il meccanismo nel quale l’ormone sessuale femminile progesterone potrebbe favorire il rallentamento della malattia in molti casi di cancro al seno ormone-dipendente. In futuro, il progesterone, combinato con altri farmaci, potrebbe fornire un valido supporto ai trattamenti

10 LUG - L’utilizzo dell’ormone sessuale femminile progesterone potrebbe in futuro rappresentare uno strumento di supporto, combinato con le terapie convenzionali, nel trattamento di vari casi di cancro alla mammella ormono-dipendenti. Lo afferma uno studio internazionale condotto da un team di ricerca Università di Adelaide e dell’Università di Cambridge. I risultati della ricerca, finanziata dal Cancer Research UK, sono pubblicati* su Nature.
In molti tipi di cancro al seno, sulla superficie delle cellule tumorali sono presenti importanti componenti che rappresentano dei ‘mediatori’ dell’attività di alcuni ormoni sessuali femminili (estrogeni e/o progesterone): questi componenti sono i recettori per gli estrogeni e/o per il progesterone e in tali casi il tumore viene definito “estrogeno e/o progesterone positivo”.
In questi tumori, il ruolo degli ormoni sessuali femminili estrogeni e/o il progesterone è centrale, dato che essi favoriscono la crescita della malattia.
 
Mediante una nuova tecnica, gli esperti hanno studiato su cellule tumorali provenienti da pazienti in che modo gli importanti recettori per il progesterone e per gli estrogeni – appunto i mediatori dell’attività degli ormoni – agiscono (e in particolare interagiscono con il Dna delle cellule) controllando la crescita di molti tipi di cancro alla mammella.
I ricercatori hanno individuato il meccanismo con cui il componente chiamato recettore per il progesterone ‘comunica’ con il recettore per gli estrogeni al fine di determinare un cambiamento del comportamento delle cellule tumorali, rallentando in ultima battuta la crescita tumorale.
I risultati dello studio hanno messo a fuoco il ruolo del progesterone nell’andamento e nel rallentamento della crescita tumorale, e dunque l’importanza di questo ormone per potenziali futuri trattamenti di supporto alle altre terapie contro il tumore.   
 
I commenti degli autori dello studio
Per effettuare lo studio, gli scienziati hanno messo a punto una nuova tecnica. "Abbiamo utilizzato una tecnologia d’avanguardia per cercare di comprendere il ruolo cruciale che i recettori del progesterone giocano nel cancro al seno - un mistero che ha lasciato sconcertati gli scienziati per molti anni”, ha dichiarato il Dottor Jason Carroll del Cancer Research Uk, che ha guidato lo studio insieme al Professor Wayne Tilley dell’Università di Adelaide.
Tale tecnica “che è utilizzata per testare le attuali e le nuove forme di trattamento dirette alle cellule tumorali”, ha spiegato Wayne Tilley, potrebbe un giorno fornire un’opzione di trattamento individualizzata per il paziente basata sulla risposta del tumore alla terapia”.
“Abbiamo utilizzato lo stato dell’arte delle tecnologie di lettura del Dna per creare mappe che illustrino il punto in cui il recettore per l’estrogeno si attacca al Dna per attivarne i geni”, ha detto il Dottor Carroll. “Abbiamo poi confrontato queste mappe nelle cellule del cancro al seno con e senza progesterone. Questa operazione ha rivelato in che modo i recettori del progesterone così ‘attivati’ reindirizzano il recettore per l’estrogeno verso diverse regioni del Dna – accendendo un set differente di geni che rallentano la crescita delle cellule”.
 
“Questa importante ricerca di laboratorio aiuta a spiegare perché alcune pazienti con cancro alla mammella presentano una prognosi migliore. Essenzialmente, lo studio fornisce una forte indicazione per un trial clinico finalizzato a studiare il potenziale beneficio derivante dall’aggiunta di progesterone ai farmaci che hanno come bersaglio il recettore per gli estrogeni”, prosegue Jason Carroll. “Questo potrebbe migliorare il trattamento nella maggior parte dei casi di cancro alla mammella ormono-dipendente”.
 
La Dottoressa Emma Smith, responsabile senior della comunicazione scientifica presso il Cancer Research UK, ha dichiarato che "questo emozionante studio sulle cellule mostra come un farmaco a buon mercato, sicuro e ampiamente disponibile, potrebbe in teoria migliorare il trattamento in circa la metà di tutte le pazienti affetti da cancro al seno. Grazie alla ricerca, da più di 20 anni quasi il 70% delle donne sopravvive alla malattia – ma si deve fare molto di più e non ci fermeremo fino a quando non verranno individuate le cure per tutte le forme della malattia”.
 
Viola Rita
 
*Hisham Mohammed, I. Alasdair Russell, Rory Stark, Oscar M. Rueda, Theresa E. Hickey, Gerard A. Tarulli, Aurelien A. A. Serandour, Stephen N. Birrell, Alejandra Bruna, Amel Saadi, Suraj Menon, James Hadfield, Michelle Pugh, Ganesh V. Raj, Gordon D. Brown, Clive D’Santos, Jessica L. L. Robinson, Grace Silva, Rosalind Launchbury, Charles M. Perou, John Stingl, Carlos Caldas, Wayne D. Tilley, Jason S. Carroll. Progesterone receptor modulates ERαaction in breast cancer.Nature, 2015; DOI: 10.1038/nature14583

10 luglio 2015
© Riproduzione riservata

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