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Morte cardiaca improvvisa: il killer dei bronchitici cronici

di Maria Rita Montebelli

Un nuovo studio pubblicato su European Heart Journal dimostra che la BPCO è un importante fattore di rischio di morte cardiaca improvvisa, soprattutto in chi ha una BPCO da più di 5 anni e presenta frequenti riacutizzazioni. I decessi per questa causa, si registrano soprattutto nelle ore notturne

29 APR - Chi soffre di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è ad aumentato rischio di morte cardiaca improvvisa. Lo dimostra un lavoro appena pubblicato su European Heart Journal, a firma di un gruppo di ricercatori olandesi e belgi.
 
Rispetto ad una popolazione di confronto dello stesso range di età e sesso, non affetta da patologie polmonari, i pazienti con BPCO caratterizzata da frequenti esacerbazioni presentano un rischio di morte cardiaca improvvisa maggiorato del 34; ma il rischio raddoppia nel caso di BPCO diagnosticate da oltre 5 anni e triplica nelle forme con frequenti riacutizzazioni.
 
Il Rotterdam study ha interessato circa 15 mila persone di età uguale o superiore a 45 anni ed è il primo a dimostrare una correlazione tra BPCO e aumentato rischio di morte cardiaca improvvisa. In passato era stata già evidenziata un’associazione tra BPCO e aumento di mortalità per tutte le cause.
 
Secondo gli autori dello studio, questo nuovo riscontro dovrebbe portare da una parte ad una più attenta valutazione del rischio di morte cardiaca improvvisa nei pazienti affetti da BPCO, dall’altra a disegnare studi per comprendere quali azioni preventive mettere in campo per questi soggetti. Tra le possibili strategie, l’impiego dei beta-bloccanti, l’impianto di defibrillatori, la sospensione dei farmaci che aumentano l’intervallo QT (es. quali antidepressivi, alcuni antibiotici).
 
Nonostante la morte cardiaca improvvisa rappresenti un importante problema, anche per la frequenza che la caratterizza, la stratificazione del rischio rimane un punto non risolto e probabilmente devono essere ancora ricercati una serie di ulteriori indicatori di rischio. La BPCO risulta associata ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari e a morte cardiaca improvvisa, in specifiche popolazioni ad alto rischio. Ma questo lavoro dimostra che la BPCO è un indicatore di rischio per morte improvvisa anche nella popolazione generale e che il rischio aumenta di pari passo all’aumentare della gravità della BPCO.
“Stiamo organizzando altri studi – spiega l’autore della ricerca Lies Lahousse, Dipartimento di Medicina Respiratoria Ospedale Universitario di Ghent (Belgio) – per tentare di esplorare i meccanismi alla base di questo aumentato rischio di morte improvvisa nei pazienti con BPCO; stiamo inoltre studiando la relazione tra le diverse cause di aritmia, la morte cardiaca e la BPCO”.
 
“Il modo più efficace di prevenire sia la BPCO, che la morte improvvisa - afferma Marieke Niemeijer co-autore dello studio, del Dipartimento Epidemiologia, Erasmus Medical Centre di Rotteerdam (Olanda) - è evitare di fumare e condurre una vita sana. Tutto ciò è ancora più importante nel caso delle persone già affette da BPCO, perché è noto che il fumo e uno stile di vita sedentario e poco salutare aumentino il rischio di morte improvvisa. Smettere di fumare insomma, non solo è importate per non peggiorare il decorso della BPCO, ma anche per proteggere il cuore da una serie di problemi e dalla morte improvvisa”.
 
La morte cardiaca improvvisa è una morte inattesa, causata da arresto cardiaco; provoca circa la metà dei 4-5 milioni di morti cardiache, che si registrano ogni anno nel mondo. Riconosce diverse cause e questo rende difficile valutare adeguatamente il rischio individuale di questa condizione e dunque pianificare eventuali strategie di prevenzione.
 
Dal canto suo, la BPCO è la terza causa di morte e alla base di questa condizione c’è quasi sempre il fumo di sigaretta. La sua incidenza tende ad aumentare con l’età. Lo stato di infiammazione cronica delle vie aeree porta ad una progressiva limitazione del passaggio del flusso dell’aria e questi pazienti presentano un rischio raddoppiato o triplicato di sviluppare patologie cardiovascolari.
 
Lo studio Rotterdam, avviato nel 1990 in Olanda, è stato condotto su circa 15 mila persone di età uguale o superiore ai 45 anni, con un follow up fino a 24 anni. I partecipanti vengono sottoposti a regolari visite e check up medici e sono monitorati in continuazione, per registrare eventuali patologie e decessi.
 
Gli autori belgi e olandesi di questa ricerca hanno preso in considerazione 13.471 persone per la loro analisi; di queste, 1.615 sono risultate affette da BPCO. Dei 5.197 partecipanti allo studio deceduti (il 39% di quelli arruolati inizialmente), 551 sono morti per morte cardiaca improvvisa nel corso del follow up; di questi, 82 (il 15%) erano affetti da BPCO, mentre i restanti 469 (85%), no. La morte improvvisa nelle persone affette da BPCO, di solito colpisce durante le ore notturne.
 
Maria Rita Montebelli

29 aprile 2015
© Riproduzione riservata

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