Psoriasi: a Roma Pso Future. Ecco le novità in terapia
Il gotha della dermatologia mondiale riunito a Roma per discutere di patogenesi, genetica e trattamento della psoriasi. Novità sul fronte dei trattamenti non solo per le forme gravi, ma anche per le lievi-moderate, per le quali spicca il gel lipofilo a base di calcipotriolo-betametasone
10 APR - Si è aperta ieri a Roma la tre giorni di ‘
PsoFuture – new directions from the Eternal City’, il congresso internazionale di dermatologia interamente dedicato alla cura e alla gestione della psoriasi, patologia che nel mondo colpisce circa 150 milioni di persone.
“E’ un attestato di stima importante per la dermatologia italiana – sottolinea il professor
Sergio Chimenti,
chairman del Comitato Scientifico di PsoFuture e Direttore della Clinica Dermatologia dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’ – che è sempre più apprezzata a livello internazionale, come dimostra anche l’entusiasta adesione dei maggiori esperti mondiali del campo a questo evento. La dermatologia italiana ha tutti i numeri per imporsi a livello internazionale, tanto che candideremo il nostro Paese ad ospitare la prossima edizione del congresso mondiale di dermatologia , che si tiene ogni quattro anni”.
La psoriasi è una patologia della pelle che può coinvolgere tuttavia anche una serie di altri organi e apparati e che solo in Italia interessa almeno 2,5 milioni di persone. E’ anche per questo che questo congresso sarà all’insegna della multidisciplinarietà. Negli ultimi anni per le forme più gravi della malattia, che possono dare anche un importante coinvolgimento articolare e di una serie di organi e apparati, oltre alla terapia tradizionale, i pazienti hanno avuto a disposizione gli inibitori del TNF-alfa, farmaci biotech di elevata efficacia. Il futuro potrebbe portare ad allargare le opzioni terapeutiche per le forme gravi di psoriasi anche agli inibitori dell’interleuchina 17 e ai biosimilari. Ma tutti questi farmaci di frontiera riguardano le forme più gravi della malattia che interessano solo il 10-20% dei pazienti.
La maggior parte dei soggetti affetti da psoriasi, circa 2 milioni nel nostro Paese, sono affetti invece da forme lievi-moderate, quelle che ricadono sotto il punteggio 10 all’indice PASI (
Psoriasis Area Severity Index). Anche per questi pazienti negli ultimi anni si è registrata una importante rivoluzione sul fronte della terapia e della qualità di vita, con l’arrivo di un gel a base di calcipotriolo-betametasone.
A differenza dei vecchi unguenti, decisamente scomodi da utilizzare (i pazienti impiegavano anche un’ora ad applicarli sulla pelle) e poco ‘socializzanti’ (si incollavano ai vestiti e rendevano problematica la vita di relazione o l’attività sportiva), questo gel va applicato una sola volta al giorno e l’operazione avviene maniera rapida. Il gel inoltre si asciuga rapidamente e non si incolla ai vestiti.
Ma al di là della praticità cosmetologica, che rappresenta naturalmente un plus sul fronte della compliance al trattamento, il gel lipofilo a base di calcipotriolo-betametasone è molto efficace. L’associazione di un antiinfiammatorio corticosteroideo ad elevata efficacia con un derivato della vitamina D ha infatti un effetto sinergico e riduce gli effetti collaterali. Gli studi pubblicati in letteratura dimostrano che questa combinazione è più efficace, sicura e meglio tollerata delle terapie tradizionali.
“I primi risultati – ricorda il professor Chimenti – si cominciano a vedere dopo un paio di settimane, con le chiazze di psoriasi che gradualmente scompaiono. Dopo otto settimane di trattamento si registra una riduzione di circa il 75% dell’indice PASI (contro il 61,3% dello steroide e il 55,3% del calcipotriolo somministrati singolarmente). Nessun problema inoltre in caso di recidive, perché a differenza dei prodotti utilizzati in passato, ai quali il paziente poteva sviluppare resistenza, questo gel mantiene tutta la sua efficacia, nei cicli di applicazione successivi”.
Il farmaco deve essere prescritto dal medico ed è in fascia A, per cui non grava sulle finanze del paziente. Il vero problema rimane tuttavia quello del fai-da-te. “Molto spesso- ricorda il professor Chimenti - questi pazienti perdono tempo con rimedi casalinghi, ovviamente inutili, e non si recano dal dermatologo. E’ invece molto importante che la loro patologia sia inquadrata dallo specialista perché potrebbe essere la spia di un problema più grave e perché comunque è solo andando dal dermatologo che si riceve un consiglio prescrittivo in grado di controllare la psoriasi”.
10 aprile 2015
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