Onu. La Cina rinuncia alla messa a bando della ketamina
Lo scorso 13 marzo, a Vienna, la Cina ha deciso di posticipare la propria richiesta di includere un anestetico, ritenuto indispensabile dall’Oms nei Paesi in via di sviluppo, nella lista nera della Commissione Onu sulle droghe. La richiesta era stata avanzata perché la sostanza, nota anche come Special K, è diventata una popolare droga simile all’ecstasy o al crystal meth.
17 MAR - La ketamina non entra tra le sostanze che necessitano uno strettissimo controllo internazionale da parte delle autorità antidroga. La Cina a Vienna, lo scorso 13 marzo, ha deciso di posticipare la propria richiesta di includere un anestetico ritenuto indispensabile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nei Paesi in via di sviluppo nella lista nera della Commissione Onu sulle droghe. La proposta cinese è stata accolta favorevolmente da tutti i membri della Commissione.
L’Italia, insieme a moltri altri Paesi UE ed a gran parte dei membri della CND, ha espresso apprezzamento per la decisione cinese di rinviare il voto ed ha sottolineato la necessità di usare questo rinvio per approfondire la valutazione delle implicazioni dell’eventuale inserimento della ketamina nella tabella IV della Convenzione Onu del 1971. Il rinvio consentirà di acquisire informazioni aggiuntive, oltre che aggiornate valutazioni da parte dell’OMS e di tutti i Paesi più direttamente interessati dalla minore disponibilità di ketamina per uso medico derivante dall’eventuale controllo internazionale, in particolare in Africa. La Cina aveva cercato di mettere al bando la ketamina perché la sostanza, nota anche come Special K, è emersa soprattutto in Asia, ma anche nel resto del mondo industrializzato, come una popolare droga da party simile all’Ecstasy o al crystal meth. Ma a causa del suo basso costo e facilità di uso la sostanza è anche l’anestietico più diffuso nel mondo in sviluppo.
Soddisfazione è stata espressa da
Marco Perduca, rappresentante del partito Radicale all’ONU, e
Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni, che hanno seguito da vicino i lavori della Commissione: “La Cina ha dimostrato di non voler forzare una decisione che avrebbe comportato enormi problemi sanitari a centinaia di milioni di persone, oltre che ai rapporti diplomatici di un paese sempre più presente nei paesi poveri anche con progetti di assistenza umanitaria come Pechino”.
I radicali hanno dato atto alla delegazione del Governo italiano alla Commissione droghe delle Nazioni Unite di aver fattivamente contribuito alla decisione cinese chiarendo quale fosse la posizione dell’Italia in materia. “Siccome la Commissione non ha fissato una data per un nuovo voto sulla richiesta cinese e son state, di nuovo, richieste informazioni all’Oms occorre adesso che l’Italia e i partner europei si impegnino non solo a chiarire quali siano gli usi medici della ketamina ma anche a fornirla a quei Paesi in cui continuano a non esistere anestetici”, hanno chiesto Perduca e la Gallo.
17 marzo 2015
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