Stimolare il sistema immunitario per combattere l’Alzheimer
Una risposta immunitaria debole potrebbe essere all’origine della malattia. Ricercatori già al lavoro per identificare sostanze in grado di stimolare una reazione più efficace.
27 GEN - La scoperta di un gruppo di ricercatori americani potrebbe aprire una nuova strada nel trattamento dell’Alzheimer. In uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, il team ha infatti dimostrato che è da un deficit nella risposta immunitaria delle cellule cerebrali che può avere origine la cascata di eventi che porta alla malattia.
In particolare in esperimenti su topi con Alzheimer, è emerso come il responsabile della mancata reazione possa essere uno specifico recettore (denominato CD45) presente sulle cellule della microglia, responsabili a loro volta della principale difesa immunitaria del sistema nervoso.
“In breve - ha affermato uno degli autori dello studio, Jun Tan - la carenza di CD45 dà il via all’accumulo di beta-amiloide (che è neurotossico) nel cervello dei topi anziani con Alzheimer e ciò dimostra il coinvolgimento di CD45 nell’azione di “pulizia” da questa tossina e nella protezione dei neuroni”.
Per il gruppo di ricercatori americani, la scoperta rappresenta veramente un cambio di rotta, sia nella conoscenza dei meccanismi che sottendono l’insorgenza della patologia sia nella ricerca di un eventuale trattamento.
“Questa scoperta è veramente significativa”, ha spiegato Tan. “La ricerca ha infatti a lungo considerato CD45 come un indicatore dell’infiammazione “pericolosa”. I ricercatori hanno cioè pensato che fosse parte del problema e non un fattore potenzialmente protettivo”.
Alla luce della nuova scoperta, il team è già al lavoro per identificare sostanze in grado di incrementare i livelli di CD45 nelle cellule cerebrali. La speranza è che un simile intervento possa tradursi in un blocco precoce della progressione della malattia.
27 gennaio 2011
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