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Aifa: nasce il Gruppo di lavoro sulla medicina di genere


Lo ha annunciato stamani Simona Montilla, dirigente farmacista del Centro studi dell’Agenzia italiana del farmaco, nel corso della quinta edizione del Seminario nazionale su “Farmaci e Donne” promosso dall’Iss. E la deputata Pd Livia Turco propone: "Intervenire sui processi di autorizzazione dei nuovi farmaci inserendo tra i requisiti la clausola che parte dei trials clinici siano stati effettuati su una quota significativa di donne".

20 GEN - La medicina di genere ingrana la marcia. Sarà costituito un gruppo di lavoro presso l’Aifa dedicato ai farmaci e alla medicina per le donne.
Ad annunciarlo Simona Montilla, dirigente farmacista del Centro studi dell’Aifa, nel corso della quinta edizione del Seminario nazionale su “Farmaci e Donne” promosso oggi a Roma dall’Istituto Superiore di Sanità.
E ancora, nel corso dell’incontro l’onorevole Livia Turco ha lanciato due proposte significative per dare slancio alla medicina di genere. La prima, destinarle una quota significativa delle risorse che, in base all’articolo 12 del decreto legislativo 502 (art.12 bis), sono attribuite ogni anno al Ministero della Salute. “Questo finanziamento – ha spiegato Turco nel corso di una tavola rotonda organizzata nell’ambito dell’incontro – andrebbe nella direzione auspicata dall’Oms, che ha sottolineato la necessità di sviluppare la medicina di genere in modo da ottimizzare così terapie e prevenzione rispetto al target femminile in cui è sempre più evidente che farmaci e patologie si comportano in modo differente rispetto a quello maschile”.
La seconda proposta lanciata da Turco, è quella di intervenire sui processi di autorizzazione dei nuovi farmaci prevedendo, anche in accordo con l’Agenzia europea dei medicinali (Ema), di inserire tra i requisiti per l’autorizzazione all’immissione in commercio dei nuovi medicinali, la clausola che parte dei trials clinici siano stati effettuati su una quota significativa di donne.
Iniziative importanti con le quali si punta a mettere un freno a ritardi nelle diagnosi e terapie inappropriate causati da una medicina che non tiene conto delle differenze biologiche tra uomo e donna. Una medicina che per tanto tempo ha ignorato o sottovalutato le differenze di genere: che, ad esempio, una donna colpita da infarto del miocardio ha meno probabilità di essere soccorsa adeguatamente, poiché i sintomi che lamenta sono spesso differenti da quelli dell’uomo, oppure che per lo stesso motivo, le donne subiscono le reazioni avverse dei farmaci con una frequenza quasi doppia rispetto agli uomini.
 “L’individualizzazione della terapia – ha detto Simona Montilla, dirigente farmacista centro studi Aifa nel corso della tavola rotonda– necessita di includere un analisi improntata sulla differenza di genere. Solo negli studi sulla riproduzione si è presa realmente in considerazione la sperimentazione sulle donne, per tutti gli altri settori, la loro presenza è sempre ben al di sotto del 50%. Anche le reazioni avverse ai farmaci sono in maggioranza segnalate da donne. Ci sono però anche buone notizie, è stata infatti ufficializzata, con la firma da parte del direttore generale Guido Rasi, la costituzione di un gruppo di lavoro su farmaci e medicina di genere”.
Questo progetto, ha aggiunto Montilla, nasce con l’intenzione di raggiungere alcuni ambiziosi obiettivi, tra i quali: la messa a punto di nuovi modelli sperimentali clinici, la creazione di progetti comunicativi volti a far conoscere ai cittadini l’esistenza e l’importanza della medicina di genere, la sensibilizzazione dei comitati etici per una più nutrita rappresentanza femminile all’interno dei trials clinici, e infine, l’ideazione di nuove linee guida riguardanti la sperimentazione clinica.
Insomma, un’iniziativa importante per il mondo femminile, verso il quale anche l’industria farmaceutica ha sempre dimostrato attenzione. Infatti, come ha affermato Sergio Dompè, presidente Farmindustria: “La medicina di genere è una grande opportunità, anche perché le donne, oltre a vivere più a lungo rispetto agli uomini, fanno un uso molto maggiore di farmaci. A tutt’oggi abbiamo oltre mille farmaci in sviluppo studiati specificamente per la donna. La ricerca farmaceutica oggi con il suo lavoro contribuisce a sviluppare un’ottica di genere nel Paese. Quella che ci aspetta è una sfida da affrontare insieme, in sinergia con istituzioni pubbliche e private".
Che quello della diversità di genere sia un problema ai primi posti nell’agenda politica è stato sottolineato anche da Antonio Tomassini, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato. “Ritardi delle diagnosi, cure sbagliate, mancanza di appropriatezza – ha ricordato Tomassini – sono i gap da colmare dopo anni di ritardo e miopia su questi problemi di genere. Un ruolo importante dovrebbe essere ricoperto dalla ricerca dell’Aifa, che dovrebbe avviare studi indipendenti. Potremmo anche cogliere l’occasioni per farci promotori in Europa di uno studio sulle reazioni avverse dovute ad una sperimentazione dei farmaci ancora troppo miope in quest’ottica”.

20 gennaio 2011
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