Elettroshock inefficace e dannoso
È il risultato di revisione della letteratura pubblicata su Epidemiologia e Psichiatria Sociale. Per gli autori, “gli studi controllati con placebo mostrano un minimo sostegno all’efficacia dell’elettroshock nella depressione o nella schizofrenia”.
03 GEN - Fin dagli anni Trenta, quando fu introdotta da due neurologi italiani, la terapia elettroconvulsiva (l’ellettroshock) è tra le tecniche terapeutiche più discusse. Ora una revisione di 112 studi pubblicata su Epidemiologia e Psichiatria Sociale aggiunge un ulteriore tassello alla comprensione della sua effettiva efficacia.“Gli studi controllati con placebo mostrano un minimo sostegno all’efficacia dell’elettroshock nella depressione o nella schizofrenia nel corso del trattamento stesso (e solo in alcuni pazienti […] e a volte solo se l’effetto è rilevato dagli psichiatri ma non da altri valutatori) e nessuna evidenza di alcun beneficio in queste patologie oltre il periodo di trattamento”, scrivono gli autori, John Read dell’Università di Auckland e Richard Bentall dell’Università di Bangor nel Galles. “Al momento - aggiungono - non vi sono studi controllati con placebo che valutino l’efficacia dell’elettroshock nel prevenire il suicidio, né evidenze convincenti di studi di altro tipo che possano sostenere questa ipotesi”.
Pertanto, precisano: “data la forte evidenza di danni cerebrali persistenti, e in alcuni casi permanenti, principalmente evidenziati in forme di amnesia retrograda e anterograda, e di un lieve ma significativo aumento del rischio di morte, l’analisi costo-benefici dell’elettroshock è così tanto a sfavore di questo intervento che il suo uso non può essere giustificato da un punto di vista scientifico”.Estremamente aspro il giudizio dei ricercatori: “se nell’accesa controversia sull’elettroshock si adottasse un approccio evidence-based - ha affermato Read - questo trattamento sarebbe relegato nel bidone della spazzatura storica insieme ad altri trattamenti come le sedie ruotanti, i bagni a sorpresa, e le lobotomie, considerati efficaci nel passato”.
03 gennaio 2011
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