Il diabete accelera fino a 4 volte la mortalità per tumore
di Maria Rita Montebelli
Uno studio osservazionale danese, pubblicato su Diabetologia*, dimostra un aumento notevole della mortalità per tumore nei soggetti diabetici in trattamento con insulina, rispetto alle persone non diabetiche. Colpa delle tante comorbilità legate al diabete e ai trattamenti oncologici meno aggressivi.
14 MAR - Il diabete rappresenta un ostacolo in più verso la guarigione da un tumore. E sono le persone in trattamento con insulina, quelle a maggior rischio di mortalità di tumore e in tempi più rapidi rispetto ai soggetti non diabetici. Sono le conclusioni alle quali giunge uno studio osservazionale danese pubblicato su
Diabetologia, l’organo ufficiale dell’EASD (
European Association for the Study of Diabetes). Visti questi risultati dunque, secondo gli autori dello Steno Diabetes Center (Gentofte, Danimarca) e dell’Università di Copenhagen, i pazienti oncologici con diabete dovrebbero essere considerati come un gruppo a particolare rischio, sul quale concentrare tutti gli sforzi possibili per ridurre la mortalità da tumore.
Il filone di ricerca sui rapporti tra diabete e cancro parte da lontano e continua ad arricchirsi di nuovi studi; meno esplorati rimangono invece i rapporti tra le varie terapie anti-diabetiche e il cancro, compresi i rapporti tra la durata del diabete e la mortalità per tumore, rispetto alla popolazione generale. Questo studio danese ha appunto esplorato i rapporti tra la mortalità per tumore e la preesistenza di una diagnosi di diabete, rispetto alla popolazione non diabetica; per farlo, i ricercatori si sono avvalsi di un registro danese, contenenti i dati di tutti i pazienti ai quali era stato diagnosticato un tumore in Danimarca dal 1995 al 2009. I pazienti sono stati divisi in quattro gruppi in base alla presenza o meno di diabete, al momento della diagnosi di tumore: assenza di diabete, presenza di diabete non trattato farmacologicamente, diabete in terapia con ipoglicemizzanti orali, diabete in trattamento insulinico.
I risultati indicano che le persone con diabete, diagnosticato da almeno due anni prima del riscontro del tumore e in trattamento con insulina, presentano una mortalità ad un anno quattro volte superiore rispetto ai soggetti non diabetici (3,7 volte per gli uomini, 4,4 volte in più per le donne); a 5 anni, il rischio di mortalità in questa categoria di persone con diabete è cinque volte superiore a quello dei pazienti oncologici non diabetici. Molto più contenute queste differenze nelle altre categorie. Così per le persone con diabete in trattamento con ipoglicemizzanti orali, la mortalità dopo una diagnosi di tumore è aumentata del 10% ad un anno e del 50% a 5 anni, rispetto ai soggetti non diabetici. Infine per i soggetti diabetici non in trattamento farmacologico, il rischio di mortalità per tumore è risultato sostanzialmente sovrapponibile a quello della popolazione generale. I pazienti in trattamento con insulina, presentavano un significativo aumento di mortalità per il tumore del colon-retto, della mammella, dell’ovaio, della cervice e del corpo dell’utero, della vescica, dei polmoni e della prostata.
Secondo gli autori dello studio, non sarebbe tanto la durata del diabete al momento della diagnosi di tumore a influenzare la mortalità, quanto il trattamento anti-diabetico in corso. Questo sarebbe dovuto al fatto che i soggetti diabetici in trattamento con insulina presentano spesso altre condizioni comorbili correlate al diabete, quali cardiopatia ischemica, neuropatia, insufficienza renale cronica, che possono avere ricadute importanti sulla scelta del trattamento oncologico. I soggetti diabetici inoltre, secondo quanto emerso da altri studi, tendono ad essere trattati in maniera meno aggressiva sul versante oncologico, rispetto ad altri pazienti e presentano una più elevata mortalità operatoria; nei soggetti con diabete inoltre il tumore viene spesso diagnosticato ad uno stadio più avanzato, perché la loro condizione tende a mascherarne i sintomi.
Le persone con diabete, affette da un tumore rappresentano dunque, secondo i ricercatori danesi, un gruppo a rischio particolare, che va trattato in maniera ottimale su tutti e due fronti, per ridurre la mortalità da tumore. Obiettivo raggiungibile solo attraverso una stretta collaborazione tra diabetologo e oncologo.
Maria Rita Montebelli
*Mortality after cancer among patients with diabetes mellitus: effect of diabetes duration and treatment - Kristina Ranc & Marit E. Jørgensen & Søren Friis & Bendix Carstensen;
Diabetologia, DOI 10.1007/s00125-014-3186-z
14 marzo 2014
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