Un premio al bracciale ‘salvacuore’ che potrebbe ridurre i danni da infarto del 20-30%
di Maria Rita Montebelli
L’applicazione di un manicotto pressorio al braccio, prima e dopo una procedura di angioplastica coronarica primaria, potrebbe ridurre notevolmente i danni al cuore. Promettenti le ricerche sugli animali e, nei prossimi 3 anni, grazie alla borsa di studio della Fondazione Lilly, Alberto Ranieri De Caterina, validerà la sua idea sull’uomo
09 FEB - Un’idea, geniale nella sua semplicità, ha vinto la borsa di studio annuale della Fondazione Lilly. In termini tecnici si chiama ‘condizionamento ischemico remoto’ e in pratica si realizza posizionando un manicotto della pressione su un arto, gonfiandolo e sgonfiandolo ad intervalli prestabiliti, prima di una procedura di angioplastica coronarica e al termine della procedura stessa. Un trucchetto a costo zero, che si stima potrebbe portare ad una riduzione media del danno da infarto del 20-30%.
La paternità di questa brillante idea è di
Alberto Ranieri De Caterina, dottorando alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dopo aver conseguito la specializzazione in cardiologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e affinato le sue capacità di emodinamista ad Oxford. Il premio di 210 mila euro, conferito dalla Fondazione Lilly, gli consentirà di svolgere la sua ricerca, di durata triennale, presso l’Ospedale del Cuore “G. Pasquinucci” di Massa, quinto centro italiano per numero di infarti trattati ogni anno.
L’iniziativa di Fondazione Lilly, partita nel 2008, è volta alla valorizzazione della ricerca in Italia e premia annualmente un giovane ricercatore italiano
under 35, dandogli così i mezzi per continuare a lavorare nel nostro Paese. Il progetto di De Caterina – primo ricercatore maschio a ricevere il prestigioso riconoscimento - è stato scelto come il migliore tra i 13 presentati quest’anno. “E’una tecnica a costo zero – spiega
Alberto De Caterina - se si eccettua ovviamente la modesta spesa per il bracciale della pressione, che potrebbe ridurre fino al 30% i danni dell’infarto sul cuore. Lo studio che andremo ad effettuare ha lo scopo di fornire i dati a supporto affinché questa procedura entri nella pratica clinica e venga utilizzata sui pazienti infartuati, prima e dopo la procedura di rivascolarizzazione, in ambulanza e nelle ore successive all’angioplastica”.
In Italia si contano 120 mila infarti l’anno, che provocano 35.000 decessi. L’effetto protettivo del condizionamento ischemico remoto, prodotto dal manicotto pressorio, è stato finora studiato sugli animali, ma il dottor De Caterina ne studierà gli effetti sull’uomo, avvalendosi della risonanza magnetica, la tecnica di
imaging attualmente più precisa per quantificare i danni subiti dal cuore.
“Il progetto, premiato fra una rosa di 13 proposte – spiega il prof.
Andrea Lenzi, Presidente Consiglio Universitario Nazionale e coordinatore del Comitato scientifico Fondazione Lilly - e' stato selezionato secondo le regole stringenti della
peer review. I valutatori infatti, sono stati sorteggiati da un notaio fra i migliori centri del mondo del settore ed hanno svolto un’analisi comparativa in cieco. Il vincitore ha una solida preparazione, che nasce anche da sedi di studio capaci di insegnare non solo le basi teoriche ma anche la traslazionalità pratica delle idee, il trasferimento tecnologico e la valorizzazione della scienza applicata nella pratica immediatamente. Formato e specializzato a Roma, il ricercatore è andato poi ad Oxford dove ha avuto questa brillante idea, che però adesso svilupperà nel nostro Paese, grazie a questo premio”.
Il premio verrà assegnato al dottor De Caterina il prossimo 11 febbraio presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica, in occasione dell’evento annuale promosso dalla Fondazione Lilly, nell’ambito del progetto “La Ricerca in Italia: un’Idea per il Futuro”.
Maria Rita Montebelli
09 febbraio 2014
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