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È allarme tumori al seno nel Nord-Est


La denuncia arriva da un convegno in corso a Verona: nel Nord-Est tassi del 30 per cento più alti della media nazionale. Le possibilità di guarigione sono però in linea con il resto d’Italia, grazie a centri di eccellenza, alla diagnosi precoce e a farmaci sempre più mirati.

22 OTT - È un dato preoccupante, quello che arriva dal convegno nazionale “Breast and Gastric cancer: dai bersagli molecolari alle applicazioni cliniche” in corso a Bardolino (Verona). Il cancro al seno ha una più alta diffusione nelle regioni del nord-est. E non si tratta di pochi decimi di punto: Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige condividono un tasso di 131 casi ogni 100 mila abitanti contro la media italiana di 93. Il dito è puntato sulla “tendenza sempre più spiccata ad avere figli in età avanzata, più spiccata al settentrione così come su stili di vita scorretti: poco movimento, abitudine al fumo, errata alimentazione, eccessivo consumo di alcol”, ha spiegato Marco Venturini, direttore dell’oncologia medica dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar, Verona, presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e chairman del convegno. Anche se, ha ammesso l’oncologo, al momento si tratta di ipotesi.
Nonostante questi dati sulla diffusione, tuttavia, le possibilità di guarire delle donne residenti nel Nord-Est sono perfettamente in linea con il resto del Paese. Grazie ai centri di eccellenza diffusi sul territorio, alla diagnosi precoce e alla disponibilità di farmaci sempre più mirati. Secondo i dati presentati nel corso del convegno in Italia oggi 8 pazienti su 10 superano il tumore del seno, anche quando è particolarmente aggressivo.
È il caso del tumore di tipo HER2-positivo, una forma che 10 anni fa non dava molte speranze. “Le donne colpite da tumore HER2-positivo sono circa il 20% - ha illustrato Venturini - un tempo la loro prognosi era nettamente peggiore, oggi invece la speranza di vita è uguale per tutte le pazienti e l’80% sconfigge la malattia”.
In questo successo un ruolo fondamentale è stato svolto da trastuzumab, uno dei primi farmaci biologici “intelligenti” messi a punto contro il cancro. “Una molecola dai risultati rivoluzionari - ha aggiunto  Venturini -  che in un solo decennio di pratica clinica ha cambiato in maniera radicale la storia naturale della neoplasia. Inoltre sono stati da poco resi noti i risultati preliminari di una formulazione chiamata T-DM1 che combina il trastuzumab con un potente agente citotossico: indirizzando entrambi i farmaci soltanto contro il tumore, abbassa di molto ogni effetto collaterale”.
Per il tumore del seno, “esistono in particolare due tipi di trattamento mirato”, ha spiegato Giuseppe Viale, ordinario di Anatomia Patologica all’Università di Milano e direttore dell’Anatomia Patologica dell’IEO di Milano . “La terapia indotta con farmaci ad attività antiestrogenica e quella con trastuzumab. Le indicazioni per l’una o per l’altra derivano dal rispettivo bersaglio molecolare, il recettore per estrogeni o quello HER2. Se noi patologi sbagliamo nel qualificare l’espressione dei marcatori tumorali, l’oncologo viene indirizzato verso cure non adeguate. Il rischio di errore è molto elevato: nel mondo e in Italia, è stimato tra il 20 e il 40 per cento. Per ridurlo abbiamo deciso di instaurare una collaborazione strutturata con gli oncologi, una partnership che ha caratteristiche uniche perché è ampiamente condivisa, partita dalla base con una prima riunione tra circa 100 patologi”.
Di fondamentale importanza è quindi il momento della diagnosi: “Il test per determinare se il tumore è HER2-positivo viene ormai praticato di routine dalle anatomie patologiche dei principali ospedali italiani”, ha proseguito Venturini. “L’AIOM è stata impegnata nella recente promulgazione delle linee guida assieme alla Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia diagnostica (SIAPEC) per controlli di qualità da eseguire perché questo esame sia attendibile.”
Il successo di questa sinergia tra oncologi e anatomopatologi, unita alla disponibilità di test e di nuovi farmaci nel campo del tumore al seno, ha indotto gli esperti a tentare di trasferire questo approccio anche al tumore gastrico, che iper-esprime il recettore HER2 nel 16% circa dei casi. Anche per questa neoplasia trastuzumab ha dimostrato una notevole efficacia nel prolungare la sopravvivenza nei pazienti metastatici HER2-positivi. Risultato che ha consentito l’approvazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco (EMA), in combinazione con la chemioterapia, per questo tipo di tumore.

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22 ottobre 2010
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