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Distonia primaria. Primo intervento con tecnica stereotassica alle Molinette


Si tratta della prima operazione di questo tipo mai effettuata in Piemonte e tra le prime in Italia: la paziente una ragazza di 23 anni affetta da distonia primaria generalizzata, una patologia che rientra in gruppo di malattie neurologiche caratterizzate dalla presenza di contrazioni muscolari involontarie e protratte.

01 AGO -  “Grazie alla tecnica stereotassica che consente un’estrema precisione chirurgica abbiamo posizionato due elettrodi del diametro di poco più di 1 mm nel cervello della paziente, più precisamente nel nucleo pallido interno. Gli elettrodi sono stati poi collegati ad un piccolo pacemaker posizionato in regione toracica e fornito di batteria ricaricabile periodicamente da parte della stessa paziente. È una tecnica di neuromodulazione: gli elettrodi alimentati dal pacemaker producono uno stimolo elettrico sul nucleo pallido ripristinando un corretto funzionamento dei circuiti neurologici alterati dalla malattia”. Così Michele Lanotte, neurochirurgo dell'ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino descrive l'intervento che è stato effettuato per la prima volta in Piemonte e tra le prime in Italia proprio nell’ospedale torinese. La paziente trattata era una giovane ragazza torinese di 23 anni affetta da distonia primaria generalizzata.
 
Con l’annuncio di questo successo il team che ha effettuato l’intervento conferma l’esistenza di nuove possibilità di cura a Torino ed in Piemonte per i pazienti affetti da distonia, un gruppo di malattie neurologiche caratterizzate dalla presenza di contrazioni muscolari involontarie e protratte, che determinano posture gravemente alterate e movimenti anomali spesso dolorosi. L’intervento rientra tra le procedure di stimolazione cerebrale profonda, conosciute anche come DBS dall’acronimo anglosassone Deep Brain Stimulation, utilizzate per il trattamento chirurgico della malattia di Parkinson in fase avanzata, per il quale l’ospedale Molinette è un Centro di riferimento e di assoluta eccellenza a livello nazionale.
 
 “La distonia è una malattia che può colpire qualunque parte del corpo, braccia, gambe, tronco, palpebre, viso e perfino corde vocali”, ha spiegato Leonardo Lopiano, direttore della Neurologia universitaria. “Ne sono affette in Italia circa 25.000 persone e nelle forme primarie generalizzate, come nel caso della giovane paziente, si tratta spesso di una malattia genetica e dunque ereditaria. La distonia può essere fortemente invalidante e può pregiudicare in maniera sostanziale la qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti. Laddove le terapie mediche si rivelino insufficienti, l’intervento chirurgico rappresenta l’unica strada percorribile.”
Il miglioramento clinico dopo l’intervento non è immediato, ma compare progressivamente nelle settimane successive. La giovane paziente, dimessa dopo una settimana di degenza in Neurochirurgia, nel frattempo è già tornata a una vita lavorativa e sociale normale.
 
A questo proposito la stessa équipe ha recentemente eseguito un importante studio sull’efficacia della DBS nel trattamento della malattia di Parkinson. È stato infatti appena pubblicato su Journal of Neurology, Neurosurgery and Psichiatry, uno studio che per la prima volta ha confrontato a lungo termine l'efficacia della terapia farmacologica e dell'intervento di stimolazione cerebrale profonda per il trattamento della malattia di Parkinson. Il lavoro costituisce una novità metodologica perché si è riusciti a identificare un “gruppo di controllo retrospettivo” di pazienti trattati con terapia medica, ma assolutamente identici per età, gravità e durata di malattia rispetto al gruppo di pazienti operati. I pazienti trattati con la terapia farmacologica erano stati ricoverati nel reparto di Neurologia fino a dieci anni prima e sono stati rintracciati e nuovamente valutati a distanza grazie ad un lavoro durato circa due anni. Il lavoro è stato possibile grazie anche all’entusiasmo di giovani ricercatori che fanno capo alla Divisione di Neurologia, in particolare Aristide Merola. “L'intervento di stimolazione cerebrale profonda – ha concluso Lopiano – risulta a lungo termine, nonostante la progressione di malattia, efficace nel migliorare la disabilità motoria dei pazienti parkinsoniani.” Il lavoro è stato inoltre oggetto di un commento da parte di Nature, che lo ha inserito tra le novità più importanti pubblicate negli ultimi mesi.

01 agosto 2013
© Riproduzione riservata

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