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Tumore al polmone non a piccole cellule. Con Gefitinib 70% di tasso di regressione


Conferme per l’efficacia di Gefitinib come terapia di prima linea nei pazienti occidentali affetti da carcinoma polmonare: alto il tasso di regressione (70%) e quello di controllo della malattia (91%). Buoni anche i risultati sulla sopravvivenza libera da progressione e sulla sopravvivenza globale.

16 MAG - Sono ottimi i risultati presentati all’European Multidisciplinary Conference in Thoracic Oncology (EMCTO) per Gefitinib come terapia di prima linea nei pazienti occidentali affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) positivo alla mutazione del gene EGFR (Recettore per il Fattore di Crescita Epidermico): il tasso di regressione sarebbe infatti pari al 70%. In media si è inoltre registrato un tasso di controllo della malattia (DCR; risposta completa/parziale o malattia stabile maggiore o uguale a 6 settimane) del 91%, mentre la sopravvivenza libera da progressione (PFS) è stata di 9,7 mesi (basata su 61 eventi) e la sopravvivenza globale (OS) di 19 mesi (29 eventi).
 
Gefitinib, somministrato per via orale come un’unica compressa giornaliera, è un inibitore tirosin-chinasico del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR-TKI), una proteina che regola i percorsi di segnalazione intracellulare coinvolti nella proliferazione e sopravvivenza delle cellule tumorali. L‘attività del fattore di crescita è stata individuata come un punto chiave della crescita e diffusione tumorale in un’ampia tipologia di carcinomi. Gli studi hanno dimostrato che l’NSCLC positivo a mutazioni EGFR in stadio avanzato è particolarmente sensibile a Gefitinib.
 “Lo studio IFUM, che è stato condotto su 106 pazienti in 13 Paesi europei, Italia compresa, conferma pienamente l’efficacia di Gefitinib, indipendentemente dall’etnia di appartenenza, contro il tumore al polmone non a piccole cellule. Gefitinib è efficace allo stesso modo nei pazienti occidentali e asiatici che presentano una determinata mutazione molecolare, quella del gene EGFR, individuata con uno specifico test diagnostico. La comunità scientifica ha così a disposizione ulteriori prove della validità e della sicurezza della molecola, già evidenziata nei pazienti orientali da studi condotti in precedenza”, ha commentato Federico Cappuzzo, Direttore del Dipartimento Oncologico dell’Istituto Toscano Tumori di Livorno, uno dei Centri coinvolti nello studio.
IFUM è uno studio di Fase IV, in aperto, multicentrico, monobraccio, condotto in 13 Paesi europei, Italia compresa, per confermare ulteriormente efficacia, sicurezza e tollerabilità di Gefitinib in pazienti occidentali affetti da tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico, positivo alla mutazione del Recettore per il Fattore di Crescita Epidermico (EGFR). L’endpoint primario è stato la valutazione della risposta tumorale obiettiva globale (ORR; risposta completa (CR) o risposta parziale (PR) confermata) a Gefitinib, utilizzando i criteri di valutazione “Response Evaluation Criteria in Solid Tumours” (RECIST).

16 maggio 2013
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