Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Martedì 26 NOVEMBRE 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Affamare le cellule tumorali per sconfiggere il cancro


Uno studio italiano dell'Università di Bologna e dell’Ibp-Cnr di Napoli dimostra la possibilità di usare un farmaco sperimentale, denominato ST1326 e la cui azione tossica è solo sulle cellule malate, per alterare il metabolismo dei tessuti tumorali e bloccarne la proliferazione.

28 MAR - Bloccare farmacologicamente, in maniera selettiva, il metabolismo delle cellule tumorali sfruttandone la “fame” di grassi è possibile. A dirlo un lavoro tutto italiano, pubblicato su The Journal of the National Cancer Institute da Lorenzo Montanaro dell'Università di Bologna e da Gianfranco Peluso dell’Istituto di biochimica delle proteine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibp-Cnr) di Napoli.
 
La ricerca, che nasce da un progetto multidisciplinare che ha unito competenze specifiche nel campo oncologico e del metabolismo cellulare, aprirebbe così nuove e promettenti prospettive terapeutiche nella lotta contro i tumori.
L’intuizione alla base dello studio è che le cellule tumorali, a causa della loro velocità di crescita e dalle specifiche alterazioni metaboliche che le caratterizzano, siano strettamente dipendenti dal metabolismo degli acidi grassi per produrre, tra l’altro, le membrane delle cellule figlie.
 
Montanaro e Peluso assieme ai loro collaboratori e ai ricercatori della Sigma-Tau, hanno dimostrato che utilizzando un farmaco sperimentale, denominato ST1326, si riesce ad inibire il sistema della carnitina aciltransferasi. Tale sistema è necessario per il trasporto degli acidi grassi all’interno del mitocondrio - la centrale energetica della cellula - dove avviene il loro metabolismo. “In questo modo – spiegano gli autori – vengono compromessi la produzione e il mantenimento delle riserve cellulari di una molecola, l’acetato, indispensabile per generare nuovi lipidi, costituenti essenziali delle membrane cellulari. Il farmaco ha dimostrato di avere un effetto tossico selettivo, colpendo preferenzialmente le cellule tumorali. Rispetto alle cellule sane, quelle neoplastiche risultano essere infatti molto più sensibili al farmaco, accumulano nel citoplasma i lipidi che non vengono metabolizzati e non sono in grado di generarne di nuovi e quindi di proliferare”.

28 marzo 2013
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy