Generici. Fofi replica a Farmindustria: “Inaccettabili accuse a farmacisti”
La Federazione degli Ordini dei farmacisti rispedisce al mittente l'accusa che il farmacista suggerisca al paziente i farmaci secondo convenienza. E sottolinea: “Il farmacista non è l’ultimo decisore di nulla: è il medico a stabilire se un farmaco è sostituibile o meno e il cittadino a stabilire se accettare la sostituzione”.
05 DIC - "A seguito delle dichiarazioni rilasciate da
alcuni esponenti di Farmindustria, a proposito della questione della sostituibilità del farmaco con l’equivalente, rilasciate a
Quotidiano Sanità al termine dell’incontro con la stampa di ieri, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani precisa quanto segue. E’ inaccettabile la tesi che il farmacista sia il decisore ultimo sulla sostituzione, e che non scelga i prodotti branded con prezzo allineato a quello di riferimento perché avrebbe un vantaggio economico a consegnare il generico puro. Innanzitutto simili accuse andrebbero provate. Secondariamente va sottolineato che il farmacista non è l’ultimo decisore di nulla: da sempre è il medico prescrittore a stabilire se un farmaco è sostituibile o meno, si tratti di un medicinale branded o di un generico e, infine, è il cittadino a stabilire se accettare o meno la sostituzione.
Quanto alle accuse di mettere a repentaglio la salute dei cittadini dispensando generici differenti ogni volta, è un rilievo quantomeno da argomentare, visto che oltre l’80 per cento dei medicinali non branded in Italia è riconducibile a 5 marche soltanto. Inoltre sarebbe utile indagare per quale ragione in Gran Bretagna l’83 per cento delle prescrizioni contiene l’indicazione di un generico indicato con principio attivo (non semplicemente di un farmaco a brevetto scaduto) e non si registrano particolari allarmi relativi alla salute pubblica. E anche lì, peraltro, già nel 2010 l’allora ministro della salute Mike O’Brien aveva proposto misure per aumentare di un ulteriore 5 per cento questa quota.
Sarebbe opportuno che in questa contesa tra segmenti dell’industria del farmaco fossero risparmiate alla professione responsabilità che non ha, non vuole e non può avere e, soprattutto, si evitasse di insinuare che vi siano oggi comportamenti dei farmacisti italiani che possono presentare rischi per la salute del cittadino. La legge 405 che ha introdotto la sostituzione con il generico, e ora le nuove norme sulla prescrizione della spending review, pongono al farmacista soltanto obblighi: rispettare la prescrizione del medico in caso di non sostituibilità, proporre al paziente la sostituzione e rispettare la volontà di quest’ultimo".
05 dicembre 2012
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