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Medicina di genere: stato dell’arte e prospettive in Italia  

di Elena Ortona

L’approvazione della Legge 3/2018, la predisposizione dei Piani attuativi e l’istituzione, presso l’Iss, di un Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere rappresentano grandi progressi per arrivare a un cambiamento culturale che collochi la persona al centro del percorso di cura e per il raggiungimento del potenziale di salute a cui ognuno deve aspirare e che deve essere garantito

29 APR - Il Centro di riferimento per la Medicina di genere (MEGE) dell’Istituto Superiore della Sanità fin dall’inizio della sua istituzione nel 2017 ha contribuito alla creazione di una rete di collaborazioni su tutto il territorio nazionale che vede coinvolte associazioni scientifiche, federazioni professionali, università, e regioni.

Passo molto importante nel nostro Paese è stata, all’inizio del 2018, l’approvazione della legge 3/2018 che per la prima volta in Europa garantisce l’inserimento del parametro “genere” nella definizione di percorsi diagnostico-terapeutici, nella ricerca scientifica, nella comunicazione ai cittadini, nella formazione di studenti e nell’aggiornamento dei professionisti della salute.

Nella legge si prevedeva la predisposizione di un Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere. Il MEGE ha partecipato alla stesura del piano in stretta collaborazione con il Ministero della salute e con il supporto di un tavolo a cui hanno partecipato referenti delle regioni, degli IRCCS e di Agenas e Aifa.

Il piano è stato approvato dalla Conferenza Stato Regioni a giugno del 2019.

Nel Piano sono descritte le 4 grandi macroaree di intervento per l’applicazione della medicina di genere che sono:
1. i percorsi clinici
2. la ricerca
3. la formazione
4. la comunicazione

Per ogni area di intervento sono stati definiti gli obiettivi strategici a breve, medio e lungo termine, le azioni necessarie per raggiungere tali obiettivi, gli attori coinvolti e gli indicatori di monitoraggio.
La legge 3/2018 prevedeva inoltre l’istituzione di un Osservatorio dedicato alla MdG e l’ISS è stato individuato quale ente vigilato titolare dell’Osservatorio e garante dell’attendibilità e appropriatezza dei dati rilevati.

Obiettivo generale dell’Osservatorio è assicurare l’avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni previste dal Piano, aggiornando nel tempo gli obiettivi in base ai risultati raggiunti, in modo da fornire al Ministro della Salute gli elementi per l’annuale Relazione alle Camere. Altri Obiettivi dell’Osservatorio sono:
i) assicurare il contributo delle diverse istituzioni centrali, il monitoraggio del Piano e il suo aggiornamento periodico, anche attraverso la costituzione di gruppi di lavoro con i rappresentanti dei soggetti istituzionali coinvolti;
ii) garantire che tutte le Regioni italiane, in tutti i contesti appropriati, abbiano avviato programmi di diffusione della MdG secondo le indicazioni del Piano;
iii) promuovere l’interattività delle azioni di diffusione della MdG tra gli assessorati regionali.

I membri dell’Osservatorio appartengono alle principali Istituzioni e Ordini Professionali in ambito sanitario, oltre che rappresentanti delle Regioni.

L’Osservatorio ha istituito al suo interno 6 Gruppi di Lavoro:
1. percorsi clinici
2. ricerca e innovazione
3. formazione universitaria e aggiornamento professionale
4. comunicazione e informazione
5. farmacologia di genere
6. diseguaglianze di salute legate al genere

Gli obiettivi dei Gruppi di Lavoro sono di monitorare le attività a livello centrale e regionale mediante l’utilizzo di indicatori specifici e di promuovere attività atte a supportare l’applicazione e la diffusione della MdG sul territorio.
Il fine ultimo che si propone l’Osservatorio è quello di fornire gli strumenti utili per poter arrivare a un’applicazione e diffusione della MdG omogenea su territorio Nazionale.

In conclusione, in Italia, l’approvazione della Legge 3/2018, la predisposizione dei Piani attuativi e l’istituzione, presso l’Istituto Superiore di Sanità, di un Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere rappresentano grandi progressi per arrivare a un cambiamento culturale che collochi la persona al centro del percorso di cura e per il raggiungimento del potenziale di salute a cui ognuno deve aspirare e che deve essere garantito a prescindere dalle condizioni socio-economiche, dall’etnia, pensiero, lingua e religione e indipendentemente da sesso e genere.

La medicina di genere deve pertanto diventare una pratica ordinaria al fine di migliorare l’appropriatezza e l’equità degli interventi di prevenzione diagnosi e cura.

La questione è stata al centro dell’intervento che ho presentato al convegno “Medicina di Genere e appropriatezza della cura” organizzato lo scorso 22 aprile dal Consorzio Ospedaliero Colibrì che si propone di avere un ruolo attivo nella promozione della “medicina delle differenze”. È possibile rivedere gli interventi di tutti i relatori scientifici del convegno al seguente link.

Dott.ssa Elena Ortona
Direttore del Reparto Fisiopatologia genere-specifica* – ISS

*La fisiopatologia genere-specifica rappresenta un aspetto centrale della medicina di genere da inserire nella nuova visione di una medicina che utilizza terapie sempre più mirate e personalizzate al singolo paziente.


29 aprile 2024
© Riproduzione riservata

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