Medulloblastoma. Ecco la proteina che causa il tumore più comune nei bambini
Sarebbe l’espressione della chemiochina Cxcl3 a regolare la frequenza con cui questo particolare cancro al cervello insorge. L’utilizzo della molecola come agente terapeutico è stato brevettato dal Cnr, i cui ricercatori spiegano: “C’è molto lavoro da fare, ma questi risultati aprono nuove prospettive nella cura”.
27 NOV - Il medulloblastoma è uno dei tumori maligni del cervello più comuni nell’infanzia. Oggi una ricerca dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr), in collaborazione con l’Istituto di scienze neurologiche del Cnr e Fondazione Santa Lucia, ha svelato quale sia la molecola responsabile della frequenza con cui tale neoplasia insorge: si tratta di una chemiochina che regola la migrazione dei progenitori neuronali, la cui trasformazione neoplastica è proprio l’evento dal quale trae origine il cancro. Lo
studio è pubblicato su
Journal of Neuroscience e finanziato dalla Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).
“Avevamo già scoperto che un particolare gene, Tis21, funziona come soppressore del medulloblastoma, una delle più frequenti neoplasie infantili, ma non conoscevamo il meccanismo molecolare di questa sua funzione”, ha spiegato
Felice Tirone dell’Ibcn-Cnr, che ha guidato la ricerca in collaborazione con
Stefano Farioli,
Laura Micheli,
Luca Leonardi,
Irene Cinà,
Manuela Ceccarelli e
Sebastiano Cavallaro. “Abbiamo quindi inattivato Tis21 in una linea di topi che sviluppa il medulloblastoma spontaneamente, ma con frequenza molto bassa, per generare una linea in cui la neoplasia si manifestasse nella gran parte della prole. Analizzando il cervelletto, dove abbiamo trovato un rilevante numero di lesioni neoplastiche di grosse dimensioni, abbiamo scoperto che i precursori delle cellule neuronali avevano perduto la capacità di muoversi dalla superficie di questa parte del cervello.
In un topo normale infatti queste cellule, durante le prime fasi dello sviluppo postnatale, migrano dalla superficie verso l’interno, dove smettono di proliferare e differenziano in neuroni ‘maturi’. Se la migrazione è inibita, i precursori neuronali rimangono invece sulla superficie, dove continuano a proliferare andando incontro alla trasformazione neoplastica”. Lo studio dell’espressione genica, condotto mediante microarray sull’intero genoma, ha poi rivelato che nella linea in cui è stato inattivato Tis21 è inibita l’espressione della chemiochina Cxcl3, una piccola proteina la cui funzione, come scoperto dai ricercatori, è proprio quella di regolare la naturale migrazione dei neuroni del cervelletto.
“Dal punto di vista delle applicazioni – ha concluso Tirone – il nostro risultato più interessante è la scoperta che, trattando con Cxcl3 sezioni di cervelletto prelevato da topi con medulloblastoma, è possibile tornare a stimolare la migrazione dei precursori neuronali, anche di quelli in stadio pre-neoplastico, ottenendo così di ridurre l’estensione delle lesioni tumorali. C’è naturalmente ancora molto lavoro da fare, ma certo questi risultati aprono nuove e importanti prospettive terapeutiche”.
L’utilizzo della chemiochina Cxcl3 come agente terapeutico nel medulloblastoma è stato brevettato dal Cnr.
27 novembre 2012
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