Sono stati in totale sessanta i casi di difterite dovuti a Corynebacterium diphtheriae tossigenico (n=29) o C. ulcerans (n=31) e un caso con patogeno sconosciuto registrati nel 2021 in nove dei 30 Stati (UE/SEE). Nessun caso è stato registrato in Italia dal 2017 al 2021.
Questo il quadro delineato dal Rapporto epidemiologico annuale dell’Ecdc nel i2021 e analizzati dal sistema europeo di sorveglianza (TESSy) il 1° agosto 2023.
La difterite è una malattia infettiva batterica le cui gravi conseguenze possono essere prevenute mediante la vaccinazione. L’uomo è l’unico serbatoio significativo di C. diphtheriae. La trasmissione avviene per via aerea. Attraverso emissione di goccioline, contatto diretto con secrezioni respiratorie o contatto diretto con essudato di lesioni cutanee infette. Il periodo di incubazione varia da due a cinque giorni ma può arrivare fino a 10 giorni. Gli individui non vaccinati possono presentare infezioni cutanee (difterite cutanea), classiche difterite respiratoria e, in rari casi, difterite sistemica. Nelle popolazioni con alto tasso di vaccinazione, la maggior parte delle infezioni dalle specie batteriche che possono causare la difterite clinica sono asintomatiche o hanno un decorso clinico lieve.
Le sedi più comuni delle infezioni sintomatiche e asintomatiche sono la faringe, la laringe, le tonsille, il naso e pelle. Il fattore critico di virulenza della difterite è la produzione di esotossina. La tossina uccide il tessuto nel sito di infezione e produce effetti sistemici tra cui miocardite, nefrite, polineuropatia e paralisi quando assorbito nel flusso sanguigno.
La percentuale più alta di casi di C. ulcerans si è verificata tra gli adulti di età pari a 65 anni e oltre. I casi di C. diphtheriae sono stati invece più comuni nei gruppi di età più giovani. Tra i casi di C. diphtheriae, il 31% è stato segnalato come importato da Paesi extra Ue/See.
La vaccinazione con il tossoide difterico è l’unico metodo efficace per prevenire la malattia mediata dalle tossine, sottolinea l’Ecdc Raggiungere e sostenere un’elevata copertura vaccinale nella popolazione è fondamentale per prevenire che la difterite tossigenica causi malattie gravi o mortali. Dalla rilevazione è emerso che lo stato vaccinale era disponibile per il 44% di tutti i casi. Il 70% dei casi con stato vaccinale noto non erano vaccinati o erano vaccinati con un numero sconosciuto di dosi.