"Sebbene in alcuni settori si siano registrati lenti progressi, i dati recenti indicano che la resistenza agli antimicrobici rimane una sfida significativa nell'UE/SEE. Per raggiungere gli obiettivi del 2030 è indispensabile un maggiore impegno per ridurre l'uso di antibiotici non necessari e per migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni".
Così il direttore dell'Ecdc, Andrea Ammon, facendo riferimento alla raccomandazione adottata il 13 giugno 2023 dal Consiglio sul potenziamento delle azioni dell'UE per combattere la resistenza antimicrobica in un approccio "One Health", che include cinque obiettivi da raggiungere entro il 2030, partendo da una base di riferimento del 2019. Questi obiettivi comprendono una riduzione del consumo complessivo di antibiotici, preferenze specifiche per gruppi di antibiotici e l'attenuazione delle infezioni del flusso sanguigno causate da agenti patogeni che spesso sono resistenti a più antibiotici contemporaneamente.
"La situazione delle infezioni da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi nell'UE continua a peggiorare - ha aggiunto -. L'incidenza delle infezioni del flusso sanguigno con questi batteri è aumentata di quasi il 50% tra il 2019 e il 2022. Ciò è in contrasto con l'obiettivo di ridurre queste infezioni del 5% entro il 2030. Si tratta di una tendenza preoccupante perché sono disponibili pochissimi trattamenti efficaci per i pazienti affetti da queste infezioni".
L'Ecdc reputa "incoraggianti" i notevoli miglioramenti registrati in due aree: l'incidenza totale delle infezioni da Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) è diminuita del 12,2% tra il 2019 e il 2022, avvicinandosi all'obiettivo di riduzione del 15%. Analogamente, l'incidenza delle infezioni da Escherichia coli resistenti alle cefalosporine di terza generazione è diminuita del 16,8% nello stesso periodo, indicando che l'UE ha già raggiunto l'obiettivo di riduzione del 10%. Questi sviluppi riflettono una tendenza positiva nell'affrontare la resistenza antimicrobica all'interno dell'UE.
Solo nove Stati membri dell'UE hanno raggiunto o superato l'obiettivo del 65% di consumo di antibiotici appartenenti al gruppo "Access", secondo la classificazione AWaRe dell'Oms, mentre l'UE si attesta complessivamente al 59,8%. Gli antibiotici di questo gruppo dovrebbero essere la prima scelta per le infezioni comuni, poiché contribuiscono in misura minore all'emergere della resistenza antimicrobica. Sono necessari sforzi continui in questo settore per allineare i modelli di consumo all'obiettivo raccomandato.
L'Ecdc sottolinea la necessità di "interventi e azioni più incisive per affrontare la resistenza antimicrobica in diversi ambiti, come l'uso prudente degli antibiotici, la prevenzione e il controllo delle infezioni, la ricerca e l'innovazione, la sorveglianza della resistenza antimicrobica e del consumo di antimicrobici e l'attuazione dei piani d'azione nazionali One Health. Raggiungere gli obiettivi del 2030 è una responsabilità urgente e collettiva".