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Farmaci veterinari. Cessione al proprietario di animali da compagnia per l'avvio della terapia. Melosi (Anmvi): “Su doppia registrazione Governo torni sui suoi passi”

di B.D.C.

Dopo il paere delle Commissioni del Senato sull'atto di governo n.61, è atteso per domani quello della Camera dei Deputati. Compito del Parlamento è di verificare se il Governo ha correttamente trasposto nel decreto i principi cardine dettati dalle Camere con la Legge di Delegazione Europea 2021

04 OTT - Si attende per domani il parere della XII Commissione Affari Sociali della Camera sullo schema di decreto legislativo di adeguamento al regolamento (UE) 2019/6, che riguarda i farmaci veterinari e che è già stato esaminato dalla equivalente Commissione del Senato. L'atto mira a recepire le disposizioni del regolamento (UE) 2019/6, che abroga la direttiva 2001/82/CE. Compito del Parlamento è verificare se il Governo ha correttamente trasposto nel decreto i principi legislativi dettati dalle Camere con la Legge di Delegazione Europea 2021.

Fra i punti chiave, la tracciabilità delle scorte utilizzate per la cessione dei medicinali veterinari al proprietario di animali da compagnia per l'avvio della terapia. La disposizione, come riportato dal Presidente dell'Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi), Marco Melosi, in audizione al Senato il mese scorso, non è stata correttamente trasposta nell'Atto di Governo, comportando duplicazioni di registrazione delle scorte, il cui scarico è previsto dal Sistema Informativo della Ricetta Veterinaria Elettronica.

“Va chiarito innanzitutto - spiega Melosi a Quotidiano Sanità - che in Italia la vendita dei farmaci veterinari è consentita solo ai canali commerciali. I medici veterinari fanno un’altra cosa: possono consegnare ai proprietari di animali da compagnia i medicinali veterinari necessari all’avvio immediato della terapia animale, nel contesto di una prestazione veterinaria di cura. Si chiama ‘cessione’ e non è un atto di vendita. Si fa cessione quando non bisogna ritardare la terapia, nell’interesse della salute e del benessere di un animale da compagnia. Pensiamo a stati infiammatori, di sofferenza e stati dolorosi. Il medico veterinario attinge alla propria scorta autorizzata e tracciata di farmaci e dispensa al proprietario quelli che servono nell’immediato. E’ un servizio al proprietario del paziente in cura, non disgiungibile alla prestazione veterinaria -come può essere ad esempio una visita- ed è previsto dal 2001 dalla legislazione dei medicinali veterinari come attività veterinaria. E’ un nostro diritto dovere di cura”.


Quali sono dunque i punti che preoccupano di più i veterinari relativamente al decreto legislativo oggetti di parere parlamentare in questi giorni? “Il Governo - prosegue il presidente Anmvi - confonde vendita commerciale con cessione, e travisa completamente la delega parlamentare che fa riferimento agli animali allevati per produrre alimenti. Chiediamo quindi che venga cancellato il comma 2 dell’articolo 37 dello schema di decreto legislativo. Questo comma complica la prestazione veterinaria e intralcia l’avvio della terapia nei pet. Ci chiede una doppia registrazione di medicinali veterinari già tracciati nel sistema informativo della ricetta veterinaria elettronica del ministero della Salute. Inoltre, chiedere di registrare la cessione per avvio della terapia in cani e gatti non ha senso nemmeno dal punto di vista della sicurezza alimentare: non sono animali produttori di alimenti. Il Governo ci dà 48 ore di tempo pena sanzioni da 15 mila euro. Noi dichiamo che è una assurdità e chiediamo che si elimini del tutto questo obbligo per gli animali da compagnia”.

In audizione, “Anmvi si era nettamente opposta alla doppia registrazione di questi medicinali, sia perché già registrati nella scorta veterinaria sia perché fanno parte di una prestazione veterinaria destinata ad animali non produttori di alimenti per l’uomo. Invece - accogliendo proposte avanzate da soggetti diversi da ANMVI, ricorda l'associazione in una nota - in 10° nella Commissione ha prevalso questa tesi”. L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani si dichiara dunque “fortemente contraria ad un ulteriore intralcio burocratico alle attività di assistenza agli animali in cura, non ravvisando nessuna utilità in questo provvedimento per la farmacosorveglianza, visto che l’acquisto dei medicinali per scorta viene già effettuato esclusivamente tramite ricetta elettronica. La dispensazione per inizio terapia, sancita dal DM 193/2006 era stata avvallata sia da una sentenza del TAR del Lazio che del Consiglio di Stato allo scopo di agevolare i proprietari degli animali in cura per un trattamento mirato e tempestivo, in modo da garantire la tutela immediata del benessere animale. La cessione di medicinali veterinari per avvio della terapia immediata, è praticata con efficienza e correttezza dal 2006 a beneficio degli animali curati, senza disciplina sanzionatoria. Una simile norma vessatoria per l’esercizio della professione veterinaria per gli animali da compagnia esisterebbe solo in Italia e in nessun altro Paese né dell’Europa né del mondo. La richiesta dell’Anmvi per il Governo è di tornare sui propri passi e di non introdurre alcuna sanzione”.

B.D.C.

04 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

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