Per indagare sul rapporto tra insorgere della demenza e abitudini di vita, il team di Yingli Lu, della Shanghai Jiao Tong University, ha analizzato i dati di un database inglese che comprendeva 167.946 persone dai 60 anni in su con o senza diabete e che – all’inizio dello studio – non presentavano la patologia neurodegenerativa. I partecipanti hanno risposto a un questionario e hanno fornito dati fisici e campioni di sangue.
A ogni partecipante è stato assegnato un punteggio da zero a sette in base alle abitudini seguite. Le abitudini che facevano guadagnare, ciascuna, un punto erano non essere fumatori al momento dell’inizio dello studio, consumare alcool in modo moderato, fare regolarmente attività fisica durante la settimana e dormire ogni giorno dalle sette alle nove ore.
Altri fattori importanti riguardavano la dieta, in particolare mangiare molta frutta e verdura, cereali integrali, pesce e consumare poca carne, processata o meno. Le ultime abitudini prese in considerazione erano essere poco sedentari, vedere meno di quattro ore di TV al giorno e avere frequenti contatti sociali.
I ricercatori hanno seguito i partecipanti per 12 anni. In questo periodo, 4.351 persone hanno sviluppato demenza. Il 4% del campione seguiva da zero a due abitudini sane, l’11% ne seguiva tre, il 22% ne seguiva quattro, il 30% ne seguiva cinque, il 24% sei e il 9% seguiva tutte e sette le sane abitudini.
In particolare, le persone con diabete che seguivano due o meno delle sette abitudini ‘salutari’ avevano una probabilità quattro volte più alta di sviluppare demenza rispetto alle persone senza diabete.
Fonte: Neurology 2022