La Commissione Europea ha approvato Scemblix (asciminib) di Novartis per il trattamento di pazienti adulti affetti da leucemia mieloide cronica positiva al cromosoma Philadelphia in fase cronica (CML-CP Ph+, Philadelphia chromosome-positive chronic myeloid leukemia in chronic phase), precedentemente trattati con due o più inibitori della tirosin-chinasi (TKI).
Asciminib (noto nella letteratura scientifica anche come inibitore STAMP) è il primo trattamento per la leucemia mieloide cronica in Europa che agisce mirando specificamente al sito miristoilico di ABL, offrendo un approccio terapeutico per i pazienti che soffrono di intolleranza e/o resistenza alle terapie TKI attualmente disponibili.
Si stima che ogni anno in Europa oltre 6.300 persone riceveranno una diagnosi di leucemia mieloide cronica. Malgrado molti pazienti traggano beneficio dalle terapie TKI disponibili, una percentuale significativa sperimenta intolleranza o resistenza a questi trattamenti.
“Asciminib può contare su un meccanismo di azione innovativo: è un trattamento per la leucemia mieloide cronica che utilizza in modo specifico il sito miristoilico di ABL e si è dimostrato essere un inibitore selettivo della proteina chinasi, specifica della malattia, senza provocare i cosiddetti effetti off target che potrebbero portare, nel lungo termine, a eventi di tossicità come quelli di natura cardiovascolare e gastrointestinale – afferma Massimo Breccia, Dirigente Medico Responsabile UOS, Ematologia Policlinico Umberto I, Roma – Infine numerosi studi hanno dimostrato il profilo di efficacia di asciminib sia nei pazienti con mutazione T315l, che conferisce resistenza alla maggior parte degli inibitori delle tirosin-chinasi, sia in quelli che non presentavano la mutazione”.
“Grazie al suo meccanismo di azione, asciminib possiede un profilo di sicurezza particolarmente vantaggioso, come dimostrato in tutti gli studi condotti – aggiunge Fausto Castagnetti, Professore Associato presso l’Università di Bologna e Istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli” – Da sottolineare la ridotta tossicità cardiovascolare che rappresenta un aspetto molto interessante se si considera che i pazienti con leucemia mieloide cronica muoiono sempre più spesso per cause non correlate alla malattia stessa. Avendo un buon profilo di tollerabilità, asciminib potrà avere un impatto positivo sulla qualità di vita delle persone che convivono con questa patologia”.
L’approvazione di asciminib da parte della CE – che fa seguito a un parere positivo del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali emesso a giugno e alla precedente designazione come farmaco orfano – è applicabile a tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea, più Islanda, Norvegia e Liechtenstein.
Lo studio ASCEMBL
Questi risultati sono stati confermati nel follow-up a lungo termine di 96 settimane dove il tasso di MMR si è dimostrato più del doppio con asciminib (37.6%, 95% CI: 29.99-45.65) rispetto a bosutinib (15.8%, 95% CI: 8.43-25.96) e il tasso di interruzioni dovute a reazioni avverse è stato del 7,7% per asciminib contro il 26,3% di bosutinib.
Questi dati sono stati condivisi sotto forma di presentazione orale durante le conferenze annuali dell’American Society for Clinical Oncology (ASCO) e dell’European Hematology Association (EHA) a giugno 2022.
Tenendo conto dei pazienti esposti ad asciminib nello studio ASCEMBL e nello studio di fase I, le reazioni avverse più comuni (incidenza ≥20%) sono state dolore muscolo-scheletrico (37,1%), infezioni del tratto respiratorio superiore (28,1%), trombocitopenia (27,5%), stanchezza (27,2%), mal di testa (24,2%), artralgia (21,6%), aumento degli enzimi pancreatici (21,3%), dolore addominale (21,3%), diarrea (20,5%) e nausea (20,2%).
“L’approvazione di asciminib da parte della Commissione Europea rappresenta una svolta fondamentale per i pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica in Italia”, commenta Valentino Confalone, Country President Novartis Italia. “Forti di un percorso di innovazione ultra ventennale in questa patologia, siamo entusiasti di poter trasformare e migliorare ancora una volta lo standard di cura per tutti quei pazienti che ne potranno beneficiare”.