“Nelle prossime stagioni l’influenza comparirà e si hanno già indicazioni sulla sua gravità. Serve un’azione incisiva che coinvolga popolazione e istituzioni”: Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica – SitI lanciano l'appello sin da subito: le Regioni devono provvedere a un approvvigionamento sufficiente di scorte, mentre la cittadinanza deve comprendere l’importanza della vaccinazione, a prescindere dal COVID
In Italia, come in gran parte del resto del mondo, gli ultimi due anni hanno visto una riduzione dell’attività influenzale. Un fenomeno frutto soprattutto delle misure restrittive legate al COVID-19. Il prossimo inverno però - avvertono le tre società scientifiche - potrà verificarsi un’inversione di tendenza che desta un’allerta, rispetto alla quale si è ancora in tempo per porre in essere misure di contenimento adeguate.
È necessario che da parte delle Regioni vi sia un sufficiente approvvigionamento di vaccini, mentre nei confronti della cittadinanza sia avviata una persuasiva campagna di sensibilizzazione. A preoccupare sono la probabile riduzione dell’immunità naturale della popolazione dopo gli ultimi due anni; i dati preliminari in calo dell’ultima campagna di vaccinazione antinfluenzale; le informazioni che arrivano dall’emisfero australe.
Ad oggi, i dati preliminari relativi all’ultimo inverno, evidenziano invece una sensibile e preoccupante riduzione. I motivi sono molteplici: limitata circolazione dei virus influenzali nelle stagioni precedenti; diminuzione della percezione del rischio legato all’influenza rispetto a quello del SARS-CoV-2; sovrapposizione con la terza dose del vaccino anti-COVID. Il calo delle coperture e il mancato utilizzo di significativi quantitativi di vaccini stanno spingendo le Regioni a rivedere al ribasso il numero di dosi da acquistare: un errore da non commettere, secondo gli esperti.
Tra le preoccupazioni dei firmatari dell'appello, vi sono anche le prime informazioni che arrivano dall’emisfero Sud. I dati epidemiologici registrati in Australia e in Argentina rilevano un’evidente recrudescenza dell’influenza, con diffusione ai livelli pre-pandemia, visto l’abbandono dei mezzi di protezione individuale e delle misure di contenimento. In Australia, i casi di influenza confermata in laboratorio rilevati dal sistema di sorveglianza sono in aumento dal mese di marzo, con 90% di campioni esaminati che hanno rilevato la presenza del virus influenzale di tipo A. Nello specifico, sono stati notificati 87.989 casi di influenza confermata in laboratorio, e la tendenza è in ulteriore crescita. Il numero di casi riportati settimanalmente ha superato la media dei 5 anni precedenti, e l’andamento di questa stagione sembra replicare quanto accaduto nel 2017, stagione che si rivelò estremamente severa. Anche in Argentina, dalla settimana 49 del 2021 (quindi fuori dalla stagione invernale dell’emisfero australe) è stato invece rilevato un aumento del numero di casi di influenza, principalmente Influenza A H3N24. Tra le settimane 1-6 dell'anno 2022, sono stati registrati 166 casi di influenza da parte del Sistema Nazionale di Sorveglianza Sanitaria.
Quanto sta accadendo nell’emisfero australe, avvertono SIMG-SIMIT-SItI, potrebbe essere quindi un indicatore di quanto potrà accadere anche alle nostre latitudini durante il prossimo inverno.