Il tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale TaSiN, in collaborazione con il coordinamento nazionale sulla nutrizione e profilassi nutrizionale, ha elaborato il documento “Sicurezza ed efficacia delle varie forme di digiuno nella dietoterapia finalizzata alla perdita della massa grassa” allo scopo di definire elementi di indirizzo e scongiurare comportamenti di “autoprescrizione” senza alcun controllo specialistico nei confronti di “dottrine dietetiche” finalizzate al calo ponderale.
“Nonostante i benefici sulla salute del digiuno intermittente e la sua possibile applicazione pratica in numerose malattie, esistono impedimenti per un’adozione allargata di questo modello alimentare nella comunità”. È quanto si legge nel documento“Sicurezza ed efficacia delle varie forme di digiuno nella dietoterapia finalizzata alla perdita della massa grassa” redatto dal tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale TaSiN, in collaborazione con il coordinamento nazionale sulla nutrizione e profilassi nutrizionale allo scopo di definire elementi di indirizzo e scongiurare comportamenti di “autoprescrizione” senza alcun controllo specialistico nei confronti di “dottrine dietetiche” finalizzate al calo ponderale.
“Una dieta basata su tre pasti principali e due snack ogni giorno – si sottolinea - è così inserita nel nostro modello culturale e alimentare che può difficilmente essere abbandonata”.
“In conclusione – si legge ancora - si può affermare che gli studi, ad oggi, sostengono che la restrizione calorica, ottenuta attraverso varie modalità e possibilmente con il modello mediterraneo, rappresenti il migliore approccio dietoterapeutico nel paziente sovrappeso o obeso. Ciò nonostante, dal punto di vista metabolico, il digiuno intermittente sembra essere particolarmente promettente nel controllo della sensibilità insulinica, della dislipidemia, dell’ ipertensione e dell’infiammazione. In generale, mancano ancora studi a lungo termine per misurare l’impatto delle varie forme di digiuno intermittente sulla salute. Ciò suggerisce come sia soprattutto utile agire sullo stile di vita. Qualsiasi modello alimentare, utilizzato in ambito medico, deve essere il più possibile personalizzato e, soprattutto, combinato con livelli di attività fisica adeguata alle fasce di età e alle condizioni cliniche di ciascun paziente. Ciò consente di agire sui fattori coinvolti nell’incremento della massa grassa per contrastare lo sviluppo dell’obesità e delle altre malattie cronico-degenerative”.
Le indicazioni di base
Le prescrizioni dieto-terapeutiche finalizzate alla perdita di massa grassa che presuppongono la valutazione clinica del singolo soggetto, devono essere sempre valutate in ambito medico-specialistico, fermo restando le specifiche competenze afferenti in ambito nutrizionale alle figure sanitarie non mediche.
Le prescrizioni devono essere personalizzate e accompagnate da un approccio educativo e motivazionale finalizzato al cambiamento comportamentale.
Gli obiettivi del trattamento dell’obesità e del sovrappeso sono prima di tutto quelli di tutela della salute del paziente.