L’Agenzia Italiana del Farmaco ha organizzato, in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura, il corso di aggiornamento “Crimine farmaceutico: normative e strumenti di contrasto”, focalizzato sull’analisi degli aspetti normativi e regolatori del settore farmaceutico e sulla valutazione delle casistiche riguardanti gli illeciti nel settore della produzione e della distribuzione dei medicinali, inclusi i casi di violazione delle disposizioni sulla vendita online e di furto e riciclaggio di farmaci.
Al corso, che si è tenuto a Roma il 19 maggio scorso, hanno partecipato circa 90 magistrati.
Gli interventi dei relatori sono stati incentrati sia sugli aspetti regolatori più rilevanti relativi ai medicinali per uso umano, che disciplinano la produzione, l’autorizzazione all’immissione in commercio, la distribuzione e l’importazione da Paesi esteri, sia sulle normative che disciplinano categorie specifiche come i medicinali stupefacenti e psicotropi.
È stato inoltre approfondito l’attuale sistema di tracciabilità del farmaco, che consente, attraverso l’apposizione del bollino a lettura ottica, il monitoraggio delle movimentazioni di ogni singola confezione di medicinale in ogni passaggio all’interno della filiera e che costituisce un utile strumento per le investigazioni.
Le normative specifiche del settore farmaceutico sono inoltre state poste a confronto con quelle che regolamentano altre tipologie di prodotti - quali i dispositivi medici, i cosmetici, gli alimenti e gli integratori alimentari - allo scopo di evidenziarne le peculiarità specifiche e le principali differenze. Attraverso la presentazione di casi reali, sono state condivise e analizzate le più frequenti tipologie di illeciti riconducibili al crimine farmaceutico.
L’evento ha rappresentato inoltre un’importante occasione di confronto sullo stato del processo di ratifica da parte italiana della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla falsificazione dei prodotti farmaceutici (Convenzione MEDICRIME), della quale è stata auspicata la sollecita ratifica e implementazione - in particolare attraverso l’estensione anche alle persone giuridiche del regime di responsabilità per i reati oggetto della Convenzione - a distanza di oltre 10 anni dalla sua sottoscrizione.