Gigli (Movimento Vita): "Gioia per sentenza Ue. Embrione non è proprietà di cui disporre a piacimento"
28 AGO - "La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sul caso Parrillo ha stabilito che il divieto di utilizzazione degli embrioni umani a fini di ricerca scientifica, previsto dall'art. 13 della legge n. 40/2004, non viola i diritti della persona e il diritto al rispetto della vita privata della Signora Parrillo. La notizia riempie di gioia quanti sono convinti che il fondamento di tutti i diritti dell'uomo è il diritto alla vita e particolarmente il Movimento per la Vita Italiano, che si era fatto carico di intervenire in giudizio". Ad affermarlo, in una nota, è il
presidente del Movimento per la Vita italiano, On. Gian Luigi Gigli.
"Nel decidere che il diritto alla proprietà invocato dalla Parrillo 'non può applicarsi a questo caso, dato che gli embrioni umani non possono essere ridotti a una proprietà come definita dall’articolo 1 protocollo 1 della convenzione europea dei diritti umani' - prosegue Gigli nella nota - la CEDU ha riaffermato che l'embrione umano non è una cosa di proprietà di cui gli adulti che lo hanno prodotto possono disporre a piacimento. Per la CEDU inoltre l'embrione si distingue come 'altro' rispetto a chi lo ha generato, potendo dunque godere, per la legge italiana, di diritti propri".
Per Gigli "ora sarebbe bello che per i 60.000 embrioni umani congelati in Italia potesse aprirsi una speranza di vita, per esempio permettendone l'adattabilità per la fecondazione eterologa".
28 agosto 2015
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