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Gallo (Ass. Coscioni): “Strasburgo rinvia all’Italia la decisione: Governo intervenga”


27 AGO - “Oggi è stata emessa dalla Corte Edu la decisione sul caso Parrillo c/Italia, riguardante la possibilità di disporre degli embrioni di sua proprietà che dal 2001 sono crioconservati non più per fini procreativi.Come associazione Luca Coscioni con le associazioni di pazienti Cerco un bimbo, L’altra Cicogna e Amica Cicogna con 48 parlamentari avevamo presentato un amicus curiae a sostegno delle ragioni di Adele Parrillo”, afferma in una nota Filomena Gallo, avvocato, Segretario dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. 
 
“Nel 2014 – specifica - la Corte Europea dei diritti dell’Uomo aveva giudicato ricevibile  l'ipotesi di violazione dell''articolo 1 del protocollo 1 della Convenzione europea dei diritti dell''uomo (diritto di proprietà, per cui gli embrioni dovrebbero  rimanere a disposizione delle coppie) e dell''articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare). Non quella, sollevata dai ricorrenti, di violazione del diritto alla ricerca scientifica (articolo 10). Nella sentenza emessa oggi sono stati rigettate le motivazioni a difesa della legge 40 presentate dal Governo, è stato ribadito il margine di apprezzamento dell’Italia su tali questioni ed è stato affermato che i diritti di Adele Parrillo  non sono lesi dai divieti di utilizzo degli embrioni per la ricerca”.
 
“In Italia – prosegue la nota - la Corte Costituzionale fisserà a breve l’udienza proprio sul divieto di utilizzo di embrioni per la ricerca scientifica, e i tribunali Italiani stanno affrontando le richieste delle coppie di donare alla ricerca embrioni non idonei per una gravidanza.

Se il Governo Renzi vuole intervenire prima della Consulta, lo deve fare urgentemente. Come Associazione Luca Coscioni abbiamo promosso un appello al Governo per la libertà di ricerca sugli embrioni, perché la si smetta di dover importare embrioni da Australia, Svezia, USA, UK mentre gli embrioni italiani non possono essere toccati. La violazione del diritto alla scienza e del diritto per le persone di usufruire dei benefici della ricerca in Italia è calpestato. Tale violazione non era oggetto di ricorso dinanzi alla Corte Edu, dunque proseguiamo con determinazione verso il nostro obiettivo, del quale discuteremo anche al nostro Congresso di Milano del 25/27 settembre”.

27 agosto 2015
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