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Pani: "Attenzione a utilizzo improprio degli antibiotici". E lancia un appello: "Ci servono più dipendenti"


14 LUG - “I medicinali per il sistema cardiovascolare sono ancora i più utilizzati dagli italiani, ma nei prossimi anni sono altre le categorie destinate a crescere. Sono infatti in arrivo numerosi nuovi farmaci oncologici, antinfettivi e per il sistema nervoso centrale”. Lo ha sottolineato Luca Pani, direttore generale dell’Aifa, nel corso della presentazione del Rapporto Osmed 2013.

Il consumo di farmaci presenta però molteplici problemi di appropriatezza, in particolare riguardo gli antibiotici. “Alcuni scenari clinici – ha osservato Pani – non giustificano l’uso di antibiotici. Le infezioni alle vie respiratorie, per esempio, hanno per oltre l’80% dei casi una causa virale e non batterica e quindi gli antibiotici non sono efficaci per trattarle. Nel trattamento delle infezioni acute non complicate delle basse vie urinarie viene considerato inappropriato l’uso in prima linea di qualsiasi antibiotico appartenente alle classi di fluorochinoloni”.

Il rapporto mostra infatti che gli indicatori di appropriatezza ad ampio spettro segnalano come l’impiego inappropriato di antibiotici superi il 20% in tutte le condizioni cliniche, con particolare impatto per la laringotracheite (49,3%) e per la cistite non complicata (36,3%).

Pani ha poi spiegato come in quest’edizione del Rapporto “è stata finalmente implementata la parte relative alla farmacovigilanza per le reazioni avverse. Si tratta di un tema su cui ci aspettiamo un contributo maggiore dai medici di famiglia, soprattutto per quanto concerne le rilevazioni di mancata efficacia”. Il direttore generale dell’Aifa ha poi chiesto “di non abbassare la guardia verso i nuovi movimenti contro i vaccini, che stanno proliferando e attecchendo pericolosamente tramite false informazioni. Le vaccinazioni presentano invece un tasso bassissimo di reazioni avverse”.

Inevitabile il ragionamento sull’ipotesi di riforma dell’Aifa “che deve raggiungere il livello delle altre agenzie europee. Abbiamo pochissimo dipendenti, basti pensare che da noi sono 400, cioè lo stesso numero della Danimarca che conta 6 milioni di abitanti”. Le attività di ricerca, analisi e monitoraggio “richiedono assolutamente più persone, perché l’elaborazione dei dati sta diventando progressivamente sempre più complessa”. Per Pani “l’ideale sarebbe arrivare a 1500 dipendenti. Si tratterebbe di risorse utilizzate in maniera intelligente, dato che l’Aifa all’estero è spesso indicata come modello di riferimento. Ho raccolto tanti elogi per come abbiamo gestito i casi Stamina e Avastin-Lucentis”.

14 luglio 2014
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