Per Pier Luigi Bartoletti segretario Provinciale della Fimmg Roma e vice segretario nazionale vicario della Fimmg la motivazione della poche prescrizioni dell'antivirale di Pfizer (Paxlovid) contro il Covid non sarebbe da ricercare nella scarsa conoscenza di questo farmaco da parte dei medici di medicina generale quanto più in generale sulla tipologia dei casi risultati positivi al tampone registrati negli ultimi mesi.
"Almeno qui da noi - spiega Bartoletti - fino all'inizio della scorsa settimana ricevevano un tampone positivo per lo più persone giovani e in salute, quindi non idonee a ricevere il Paxlovid, oppure i grandi anziani. Molti di questi avevano però un quadro sanitario complicato com molte comorbidità. Un trattamento con Paxlovid avrebbe reso necessario sospendere almeno per una settimana tutte le altre terapie. Sotto il profilo del rapporto rischio/beneficio si preferiva quindi non prescrivere l'antivirale ma optare per il ricorso agli anticorpi monoclonali".
La situazione sembra però stia ora cambiando rapidamente. "In meno di una settimana - dallo scorso mercoledì ad oggi - io ho già fatto 8 prescrizioni per Paxlovid. Adesso, quando nessuno se lo aspettava, stanno aumentando velocemente i casi e si sta alzando l'età media dei positivi. La tendenza è in aumento. Abbiamo un problema legato al fatto che questa è una variante molto più diffusiva. Un virus respiratorio che con 35 gradi all'ombra circola in questo modo io non l'avevo mai visto. Questo virus ci ha insegnato che dobbiamo stare sempre un passo avanti, l'aver opzionato 600 mila trattamenti è stata una scelta prudenziale e corretta", ha aggiunto.
Quanto al prossimo autunno: "Bene la libertà, ma senza mascherine e altre misure di sicurezza questo virus circola in maniera importante. Ad ottobre dobbiamo farci trovare pronti per fare diagnosi differenziata su tutte altre patologie respiratorie e virali che riprenderanno a circolare", conclude Bartoletti.
Giovanni Rodriquez