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Ospedali a misura di donna: premiati il San Francesco di Nuoro ed il SS. Trinità di Cagliari

di Elisabetta Caredda

Le strutture sono state premiate con tre bollini rosa dalla Fondazione Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna. Menzione speciale alla Dottoressa Gesuina Cherchi. In totale sono stati assegnati 17 bollini rosa ai 9 ospedali sardi

12 DIC - Tre bollini rosa all’ospedale San Francesco di Nuoro perché è “a misura di donna”.
È il riconoscimento attribuito dalla Fondazione Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che anche quest’anno (come fa dal 2007, con cadenza biennale) ha stilato per il biennio 2020-2021 la classifica degli ospedali italiani che offrono le prestazioni e i servizi migliori cosiddetti “a misura di donna”: dalle strutture maggiormente qualificate nella prevenzione, diagnosi e cura di patologie femminili specifiche, a reparti di ginecologia e ostetricia all’avanguardia, fino agli ospedali con percorsi dedicati alla depressione di genere.
 
In Sardegna, oltre al polo nuorese, anche il centro del SS. Trinità di Cagliari ha avuto i tre bollini rosa.
 
L’attribuzione di 1 bollino rosa riconosce la presenza nell’ospedale di unità operative (da 1 a 3) che curano patologie femminili specifiche e l’applicazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), con particolare riferimento all’appropriatezza delle prestazioni, accreditamento e certificazione per i requisiti alberghieri e strutturali.
Due bollini vengono attribuiti a quegli ospedali che, oltre ai requisiti precedenti, prevedano donne in posizioni di responsabilità ai vari livelli, abbiano almeno tre donne nel Comitato Etico, abbiano personale di assistenza prevalentemente femminile, sottolineino sotto il profilo architettonico la centralità della persona ricoverata e riservino particolare attenzione ai bisogni delle donne di etnie diverse.
Il massimo riconoscimento, i tre bollini rosa,viene attribuito a quegli ospedali che, a tutte le caratteristiche già descritte, aggiungano un contributo in pubblicazioni scientifiche su patologie femminili e prevedano l’applicazione della normativa sull’Ospedale senza dolore, quindi il controllo del dolore nel parto e l’analgesia ostetrica.
Gli ospedali sardi sono 9 e 17 sono stati i bollini assegnati:
A.O. G.Brotzu - Ospedale Oncologico Armando Businco Cagliari, 2 bollini
A.O. G.Brotzu - Ospedale San Michele Cagliari, 1 bollino
A.O.U. di Cagliari - P.O. Duilio Casula Cagliari, 2 bollini
Casa di Cura Poli-specialistica Sant’Elena Quartu Sant’Elena, 2 bollini
P.O. SS Trinità di Cagliari, 3 bollini
P.O. San Francesco Nuoro, 3 bollini
P.O. San Martino di Oristano, 1 bollino
Stabilimento Ospedaliero Giovanni Paolo II° di Olbia, 1 bollino
A.O.U. di Sassari, 2 bollini
 
Ma per la sanità nuorese non si è trattato dell’unico, ambito, riconoscimento. Durante la cerimonia, infatti, è stata assegnata una menzione speciale alla Dottoressa Gesuina Cherchi, coordinatrice del programma “Bollini rosa” per l’Assl di Nuoro fin dalla nascita di questa iniziativa, che ha deciso di lasciare questo importante incarico per altri stimolanti traguardi.
 
“Alla cara Dottoressa Gesuina Cherchi un ringraziamento speciale da parte di Onda – si legge nella pergamena consegnatale ieri a Roma da Francesca Merzagora, Presidente della Fondazione Onda, e da Claudio Mencacci, Presidente Comitato Scientifico Onda – per l’impegno profuso in questi anni a favore della salute della donna e per essere stata al nostro fianco in qualità di Referente Bollini Rosa del Presidio Ospedaliero San Francesco di Nuoro”.
 
“Sono davvero contenta per questo riconoscimento – è il commento di Gesuina Cherchi, ancora molto emozionata –. Le donne costituiscono la maggioranza dell’utenza dei servizi sanitari, ma non sempre gli ospedali offrono un trattamento adeguato alle loro esigenze e necessità. Ma credo che Nuoro, in questi ultimi anni, abbia dimostrato di essere cresciuta nell’attenzione riservata alle problematiche femminili, anche sul versante sanitario. La certificazione Onda – conclude Cherchi - dimostra la grande sensibilità della nostra ASSL per la specificità della medicina di genere. Questa permette di personalizzare le cure verso la persona e non verso la malattia. Per questo voglio ringraziare tutti i nostri professionisti del San Francesco, donne e uomini, per l’impegno che ogni giorno garantiscono nel loro lavoro”.

Elisabetta Caredda

12 dicembre 2019
© Riproduzione riservata

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