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Disturbi del comportamento alimentare. Botta e risposta tra Nieddu e l’ex assessore Arru

di Elisabetta Caredda

Si è riunito il 5 dicembre a Cagliari il primo tavolo regionale di confronto sui disturbi del comportamento alimentare. Nieddu: “La Regione è al lavoro per dare risposte concrete. C’è stato un periodo di inerzia con la conseguenza di non avere istituito dei centri specifici e adesso stiamo cercando di recuperare il terreno perduto”. Ma l’ex assessore replica: “Già dal 2015 avevamo improntato un processo di revisione dell’assistenza nell’ambito della salute mentale, anche rispetto ai Disturbi del Comportamento Alimentare”.

09 DIC - Si è riunito il 5 dicembre a Cagliari il primo tavolo regionale di confronto sui disturbi del comportamento alimentare, convocato dall'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e dalla Commissione regionale per le Pari Opportunità, con la partecipazione, oltre che dei responsabili dei centri di riferimento dell'Isola, anche degli ordini professionali degli psicologi e degli assistenti sociali, il Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, l’Ufficio scolastico regionale, il Coni e la Polizia Postale. “Questo è il primo incontro – dichiara l’Assessore - di insediamento di questo tavolo permanente che si occuperà dei disturbi dei comportamenti alimentari che purtroppo stanno diventando un problema sempre più serio, sempre più importante, non soltanto dal punto di vista sanitario, ma anche dal punto di vista sociale”.

“La Regione – spiega Nieddu – è al lavoro per dare risposte concrete a tante famiglie che vivono un dramma silenzioso, che nel nostro Paese, solo nell’anno precedente, ha causato tremila morti. Sono sempre di più i giovani che soffrono di disturbi del comportamento alimentare: si registrano casi a partire dai nove anni e l'abbassamento dell'età media è un campanello d'allarme che non può essere ignorato. Oggi i centri di riferimento in Sardegna – prosegue l'esponente della Giunta Solinas – sono a Olbia (Serd, Ats), Cagliari (AO Brotzu) e Iglesias, dove è presente l'unica struttura semiresidenziale dell'Isola. È importante dunque aumentare il numero delle strutture e potenziare l'assistenza oggi di chi soffre di disturbi del comportamento alimentare che specie nelle fasi acute, è costretto a rivolgersi ai centri fuori Sardegna, con gravi disagi per le famiglie. Un costo sociale altissimo ed un costo economico per il sistema sanitario regionale, gravato dalla mobilità passiva".

L’Assessore puntualizza concludendo: “Diciamo pure che c’è stato un periodo di inerzia con la conseguenza di non avere istituito dei centri specifici per la terapia di questo tipo di disturbi e quindi adesso stiamo cercando di recuperare un pò il terreno perduto, abbiamo già attivato l’accreditamento di un centro ad Iglesias e abbiamo definito anche le linee guida per quanto riguarda gli accreditamenti dei centri dedicati; contiamo così di ridurre al più presto anche le spese dal punto di vista economico, perché ricordiamoci che la mobilità passiva per la Sardegna è un costo, e quindi cercheremo di ridurre  anche questi costi in uscita”.

Grande soddisfazione da parte della Commissione regionale per le Pari Opportunità. "Da tempo – dichiarano le commissarie – auspicavamo la costituzione di un tavolo di confronto a cui potessero prendere parte i tecnici e i rappresentanti del mondo dello sport, della scuola e delle famiglie. Con l'obiettivo di mettere in moto sinergie. Affrontare il problema significa intervenire anche nell'ambito della prevenzione. Spesso, soprattutto fra i giovani, esiste una pericolosa connessione fra questi disturbi e fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, il mondo dello sport e delle forze dell'ordine diventa quindi fondamentale".

Sentito dal nostro Quotidiano, l’ex Assessore alla Sanità, Luigi Arru, replica a Nieddu: “Il periodo d’ “inerzia”, se così ritiene di poterlo intendere il collega, o forse trattasi di carente informazione, è significativamente ricordato per aver avviato, già dall’anno 2015, una nuova programmazione che ha previsto un processo di revisione dell’assistenza nell’ambito della salute mentale, anche rispetto ai disturbi del comportamento alimentare. Uno dei primi atti sviluppati dopo l’incontro con le Associazioni dei familiari fu quello di contattare la Professoressa Laura Dalla Ragione e con deliberazione n. 40/26 del 7.8.2015 (in allegato), ci siamo interessati ad attivare un protocollo d’intesa con la Regione Umbria per incentivare un modello organizzativo e di percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo appropriati. Ciò ha previsto la stipula della convenzione fra la ASL 1 dell’Umbria ed il centro diventato di riferimento per i DCA della ASL 2 di Olbia, dall’Assessore stesso citato, con la costituzione inoltre di un gruppo di lavoro multidisciplinare di professionisti”.

Arru spiega: “Con la medesima delibera 40/26 avevamo sottolineato la necessità di operare con equipe funzionali multidisciplinari per garantire la tempestività della diagnosi e l’appropriatezza degli interventi terapeutici su tutto il territorio regionale, attraverso anche la costituzione di Centri in grado di offrire interventi ambulatoriali e semiresidenziali diurni e l’accesso a interventi in day hospital e di ricovero. Ne sono esempi, a tal proposito, l’attivazione dell’ambulatorio per i DCA all’ASSL di Cagliari che ha preso avvio con la determinazione n. 2026 dell’11.06.2018 dell’allora direttore Luigi Minerba, ed il progetto del primo centro semiresidenziale  “Lo Specchio” che nasce per iniziativa dell'Associazione di Casa Emmaus, con sede ad Iglesias, e che assieme al collega Gianni Salis ne abbiamo sostenuto la realizzazione”.

“E’ sufficiente inoltre aprire la delibera stessa varata in Giunta dal Presidente Solinas, la n. 37/5 del 19.09.2019 – rileva concludendo l’ex Assessore -, per apprendere che la ricognizione chiesta dalla Commissione regionale Pari Opportunità si riferisce anche alle azioni già avviate e che possono continuare ad avviarsi nell’attuazione del Protocollo di intesa tra la Regione Sardegna e la Regione Umbria, oggetto della Deliberazione della Giunta Pigliaru n. 40/26 del 7.08.2015. Bastava leggerla per comprendere ed approfondire di un percorso attivato ed in corso, su cui sono stati fatti importanti passi in avanti, che ovviamente hanno bisogno di essere ulteriormente e continuamente implementati nell’attuazione di una seria politica di pianificazione e programmazione sanitaria presente e futura”.

Elisabetta Caredda

09 dicembre 2019
© Riproduzione riservata

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