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Aou di Sassari. Una nuova arma nella diagnosi dei tumori del polmone


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Ammodernamento tecnologico del servizio di Endoscopia bronchiale dell’'Aou di Sassari che ha attivato un service per videobroncoscopia, con sistema “Ebus” di ultima generazione, per la struttura complessa di Pneumologia clinica e interventistica. Sarà possibile intervenire con maggiore precisione ed efficacia nelle vie bronchiali

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Un sistema diagnostico di ultima generazione che consente di individuare il tumore primitivo polmonare (anche di piccole dimensioni), oltreché intervenire con precisione ed efficacia nelle vie bronchiali. È la nuova apparecchiatura in dotazione alla struttura complessa di Pneumologia clinica e interventistica dell'Aou di Sassari, diretta dal professor Piero Pirina. Si chiama videobroncoscopia con sistema “Ebus” (Endo bronchial ultra sound) che consente appunto una endoscopia bronchiale ultrasonografica.

L'apparecchiatura all'avanguardia è stata acquistata dall'Aou di Sassari con una gara che consente una fornitura triennale, in regime di service, di un sistema per diagnosi e terapia endoscopica dei tumori del polmone e del mediastino. Assieme vengono fornite una colonna per endoscopia, un sistema di videoregistrazione, un sistema elettrochirurgico per la coagulazione, un toracoscopio operativo rigido, un sistema di lavaggio e disinfezione per endoscopi, un microscopio ottico per la lettura in loco dei campioni, un armadio per la conservazione sterile dei broncoscopi. Il service ha un costo triennale di circa 400 mila euro.

Le nuove apparecchiature sono state presentate questa mattina, nel reparto di Pneumologia clinica e interventistica, al terzo piano della stecca bianca, in viale San Pietro.

“Quello che avviene oggi è una tappa straordinaria, di cambiamento di mentalità – ha detto il direttore generale dell'Aou sassarese Antonio D'Urso –. L'ospedale di Sassari non è più soltanto l'ospedale dei sassaresi ma si allarga e diventa punto di riferimento per il Nord Sardegna. Dobbiamo garantire adesso il salto di qualità. Sassari si pone al top e lo dimostra attraverso l'attività di un dipartimento, quello Cardio-toraco-vascolare che rappresenta un dipartimento di punta dell'azienda ospedaliero universitaria”.

“Si tratta di un grosso passo avanti per Sassari in un'ottica di rete – ha fatto presente l'assessore regionale della Sanità Luigi Arru –. Ci tengo a dire che è un progetto per la Sardegna che si integra con le reti che stiamo licenziando. Da una parte quella oncologica, già licenziata; dall'altra, con la nascita dell'Areus che ha accorciato le distanze della Sardegna, siamo pronti, oltre che per la Rete contro l'infarto, il politrauma e l'ictus, a dare indicazioni per le patologie tempodipendenti, per l'endoscopia delle vie aeree e per l'endoscopia delle vie digestive. Sono quelle patologie che possono richiedere alta specialità ma anche tempi di azione molto rapidi”.

“Allora abbiamo voluto dare un segnale forte per la Sardegna, che nasce qua dalla Pneumologia che diventa il primo centro della Sardegna dotato di tutte le strumentazioni per la diagnostica con il sistema Ebus”, ha concluso l'assessore il quale ha fatto anche sapere che a breve sarà inaugurato anche il centro dell'oncologico di Cagliari.

L’attivazione del Service rientra quindi in un progetto più ampio. A spiegarlo è stato il direttore della Pneumologia, Piero Pirina, che ha sottolineato come «quello della Rete endoscopica regionale di endoscopia toracica, è una idea fortemente voluta dall’assessorato della Sanità della Regione Sardegna. Sulla base del documento di riorganizzazione della rete regionale, infatti, si è proposto di istituire due centri hub di pneumologia interventistica nei presidi ospedalieri di secondo livello di Cagliari, Ao Brotzu e di Sassari e un centro spoke rinforzato all'ospedale di Nuoro».

Il videobroncoscopio di ultima generazione di cui dispone adesso l'Aou, attualmente unica in Sardegna, ha all'estremità una minisonda ecografica che consente di visualizzare le strutture adiacenti alla trachea e ai bronchi, come i linfonodi, i vasi, l'esofago, il cuore e le lesioni tumorali. L'apparecchiatura consente di fare dei prelievi mirati e sicuri e viene utilizzato per la diagnosi e stadiazione del tumore del polmone.

Una nuova arma nella lotta ai tumori che consente di indagare ed esplorare i linfonodi del mediastino, così da ottenere una stadiazione completa del tumore del polmone. Attraverso questa indagine è possibile arricchire e completare quella avviata con la Tc o la Pet e fornire, così, al paziente una strategia terapeutica adeguata al caso: chirurgica, chemioterapica o radioterapica.

L'esame viene fatto in sedazione profonda, in collaborazione con gli anestesisti, con l'introduzione del broncoscopio attraverso le vie aeree. Il paziente viene quindi risvegliato subito dopo la procedura senza particolari conseguenze.

La broncoscopia con sistema Ebus è quindi una procedura altamente sofisticata e precisa. Può essere fatta nei pazienti con patologie tumorali di piccole dimensioni sulle quali, in precedenza, non era possibile effettuare biopsie millimetriche se non con l'utilizzo di tecniche più invasive come quelle chirurgiche.

La struttura complessa di Pneumologia clinica e interventistica registra circa 200 nuove diagnosi di tumore polmonare all'anno. Nella maggior parte si tratta di tumori che hanno nel fumo il maggiore fattore di rischio ma si registrano anche casi legati a esposizioni lavorative o a materiali e sostanza cancerogene.

La struttura, al terzo piano (scala A) della prima stecca bianca di viale San Pietro, è composta da 10 medici, oltre al direttore, e 23 infermieri. Dispone di 28 posti letto, 8 dei quali di “isolamento respiratorio” per pazienti con tubercolosi.

Effettua una media di 700 broncoscopie all'anno e con l'acquisto della nuova strumentazione potrà aumentare il numero di interventi, così da soddisfare anche l'alto numero di richieste che arrivano dalle altre strutture sanitarie regionali.

La Pneumologia di Sassari, inoltre, da cinque anni ha avviato un percorso diagnostico terapeutico aziendale (Pdta) per il tumore del polmone che la vede impegnata nel ruolo di case manager, cioè di coordinatore del percorso individuale di cura della persona malata. Il paziente, con un sospetto tumore al polmone, arriva su invio del medico di famiglia e viene preso in carico dalla struttura che lo segue dalla diagnosi sino all'invio al trattamento, che può essere chirurgico o chemioterapico o radioterapico. In campo vi è una equipe multidisciplinare composta da medico pneumologo, broncoscopista, chirurgo, radiologo, anatomopatologo, oncologo e radioterapista.

09 ottobre 2018
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