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Al via corso di formazione per gli operatori dello screening del colon retto


L’obiettivo è fornire pratiche e standard di qualità uniformi sul territorio regionale. Il responsabile scientifico della formazione Stefano Sanna: “Si tratta di un importante atto di sanità pubblica dal quale ci attendiamo una significativa riduzione della mortalità e anche della incidenza di questi tumori”

17 APR - Nell’ambito del Programma regionale di Prevenzione 2014-2018 la Regione Sardegna ha previsto finanziato un percorso di formazione rivolto a tutti operatori dell'isola coinvolti nello screening del colon retto.

Il corso, articolato in tre edizioni di sedici ore ciascuna, tra lezioni frontali e lavori di gruppo, si terranno il 17 e 18 aprile, il 29 e 30 maggio e il 19 e 20 giugno 2018 a Oristano all’Hotel Mistral 2. L’iniziativa è stata organizzata grazie alla collaborazione e col patrocinio del Gruppo italiano screening colorettale, Giscor, e dell’Osservatorio nazionale screening.
 
“Un percorso sinergico che coinvolge tutti gli operatori dei centri screening della Sardegna e che permetterà ai cittadini dell’intera isola di usufruire di un servizio uniforme e di qualità”, ha affermato Antonio Onnis, direttore di Ats - Assl Sanluri. 

“Lo screening oncologico del colon retto, nell’esperienza regionale della Sardegna, è stato lo screening più difficile da avviare”, spiega Anna Maria Vecchi, referente del programma e responsabile del centro Screening della Ats – Assl di Sanluri. “L’attivazione dei programmi organizzati è avvenuta in modo disomogeneo nelle diverse Assl, con una tempistica differente (2008 e il 2014) e per questo screening sono emerse maggiori criticità organizzative. Questo percorso di formazione permetterà di gettare le basi per un cammino omogeneo e per l’utilizzo condiviso delle buone pratiche in tutti i centri di screening della Sardegna”.

“Sono orgoglioso del fatto che l’Italia sia uno dei primi Paesi europei ad aver attivato un Piano di Screening delle neoplasie colo rettali e di fare parte di questo progetto”, commenta il responsabile scientifico del progetto Stefano Sanna, direttore della Unità Operativa di Diagnostica e terapia endoscopica Ospedale di San Gavino Monreale. “Si tratta di un importante atto di sanità pubblica dal quale ci attendiamo una significativa riduzione della mortalità e anche della incidenza di questi tumori. Siamo consapevoli che questi risultati potranno essere conseguiti solo garantendo una rigorosa e verificata qualità delle attività connesse ai vari livelli di questo Piano. Lo scopo del percorso è proprio quello di acquisire efficaci strumenti di analisi e valutazione delle attività in essere, per poter correggere tempestivamente le inadeguatezze e favorire l'uniformità in tutto il territorio regionale. È un nostro dovere etico garantire questa possibilità a tutti i cittadini, utilizzando in maniera proficua le risorse necessarie".

17 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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