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Sardegna. Contenzioso medico, la Regione vuole gestire i meccanismi di risarcimento


E' questo lo scopo della delibera approvata dalla Giunta regionale per mettere fine a soluzioni che perseguendo l’obiettivo di ridurre i costi assicurativi, riducono i premi e i rischi coperti. Ad individuare il nuovo modello sarà un apposito tavolo tecnico. L'obiettivo è soddisfare i cittadini, contenere lo stress degli operatori sanitari non riconducibile alla pratica clinica e frenare il fenomeno della medicina difensiva. LA DELIBERA

03 AGO - “Vogliamo affrontare il fenomeno della medicina difensiva in modo appropriato, omogeneizzando, nella Regione, i piani per il governo del risk management e creando un modello di gestione del contenzioso a livello centrale. Questo, insieme alla riorganizzazione della rete dei servizi e dei percorsi diagnostico-terapeutici, permetterà di dare risposte adeguate al cittadino, rafforzando la sua fiducia nel Sistema sanitario regionale, ma anche di ridurre le condizioni di stress per gli operatori sanitari". Con queste parole l’assessore alla Salute della Sardegna, Luigi Arru, ha presentato la delibera approvata lo scorso 28 luglio dalla Giunta, su proposta dell'assessore, per l’istituzione di un “Tavolo tecnico per l’individuazione di un modello regionale di gestione della responsabilità sanitaria per migliorare la gestione del contenzioso e l’allocazione delle risorse disponibili”.

La delibera, come si legge nel testo, muove i passi dalla considerazione che siamo di fronte a un nuovo contesto in cui “i professionisti operano in relazione al fatto che le prestazioni erogate sono sempre più complesse e gestite non più esclusivamente dal singolo, ma più spesso da una equipe multiprofessionale e multidisciplinare”. Inoltre, “il soggetto che prioritariamente sopporta il peso economico del risarcimento (la Regione o Provincia Autonoma) è anche quello che ha tra i suoi compiti la tutela della salute del cittadino”. Dunque, secondo Arru, è necessario creare un sistema ispirato al principio di non colpevolizzazione e nel quale “organicamente, lo stesso attore istituzionale regoli l’erogazione delle prestazioni sanitarie e i meccanismi di risarcimento del danno nel rispetto del quadro normativo nazionale”. La Sardegna potrebbbe così unirsi a quelle Regioni, come Toscana, Liguria, Puglia, Basilicata e Sicilia, che hanno già da tempo intrapreso la strada dell'autoassicurazione.

La delibera prevede, dunque, che siano avviate “riflessioni teoriche” e “adeguati studi di approfondimento” per evitare soluzioni che “oltre a condurre ad una eterogeneità di risposte all’interno della medesima Regione, perseguano principalmente l’obiettivo della riduzione dei costi assicurativi che sovente si concretizza nella riduzione dei premi, ma anche nella riduzione dei rischi coperti (e conseguente aumento dell’esborso diretto effettivo), assieme ad una incompiuta centralizzazione delle coperture che diventano una mera sommatoria di rischi e non un approccio sistematico al fenomeno sul quale intervenire selettivamente”.

Quattro, dunque, in particolare, gli obiettivi a cui dovrà puntare il tavolo:
-    recuperare il rapporto col cittadino e della sua fiducia nel Sistema Sanitario Regionale;
-   minimizzare i tempi di risposta alle esigenze dei cittadini per un adeguato ristoro, anche con l’uso di strumenti di mediazione;
-    ridurre le condizioni “stressanti” per gli operatori sanitari non direttamente riconducibili alla pratica clinica;
-    valorizzare le risorse del sistema.

La composizione e le modalità di funzionamento del Tavolo tecnico saranno definite con Decreto dell’Assessore alla Sanità, con il contributo di professionisti operanti nel SSR o convenzionati e, eventualmente, di esperti esterni di comprovata professionalità nella materia, nel limite massimo di tre unità. Nessun compenso è previsto per la partecipazione ai lavori del Tavolo ad eccezione dei rimborsi per le spese.

03 agosto 2015
© Riproduzione riservata

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