Defibillatori automatici. In Sardegna ci sono Comuni ancora sforniti. Le proposte del PD
di Elisabetta Caredda
L’intento del gruppo PD è potenziare il territorio di dispositivi DEA salva-vita. Deriu: “Volgendo appello all’assessore Carlo Doria, ritengo utile nell’imminente compiere una mappatura della cardio-protezione in Sardegna, qualora non già disponibile. Sarebbe inoltre opportuno cogliere le esigenze dei Comuni e mettere tutti i dati a disposizione, anche attraverso l’eventuale coinvolgimento delle associazioni operanti nel settore”.
25 MAG - I giornali della Sardegna riportano ancora oggi notizie su decessi per arresto cardiaco improvviso avvenuti senza alcuna possibilità di tentare una rianimazione immediata attraverso l’uso di defibrillatori automatici esterni (DEA) a causa dell'assenza di questi dispositivi nelle vicinanze. Una mancanza che, in situazioni tempo-dipendenti come quelle di un arresto cardiaco improvviso, può anche fare la differenza tra la morte e la vita. Sulla questione interviene il consigliere regionale del PD,
Roberto Deriu, che, in condivisione col Gruppo PD, porta in Consiglio alcune proposte e che sensibilizza, facendo appello all’assessore alla Sanità, attraverso il nostro giornale.
“In Sardegna – spiega il consigliere a
Quotidiano Sanità -, le principali patologie croniche rilevate nei pazienti residenti sul territorio sono rappresentate per lo più, com’è risaputo, dalle malattie cardiovascolari e dai tumori. Basti pensare che secondo i dati Istat 2019, le malattie cardiovascolari rappresentano nel nostro territorio isolano la seconda causa di mortalità”.
“Ora – prosegue Deriu -, la Regione Sardegna in proposito posso dire ha sempre dato prova di interesse nei confronti della cardio-protezione su tutto il territorio; basti pensare alla misura denominata propriamente “Progetto regionale relativo all’acquisizione e diffusione dei Defibrillatori Semiautomatici Esterni (DAE) sul territorio”, approvato con deliberazione di Giunta n. 48/28 del 1° dicembre 2011”. Quindi in attuazione al Decreto interministeriale del 18 marzo 2011 che ha riguardato la “Determinazione dei criteri e delle modalità di diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni di cui all’articolo 2 comma 46 della legge n. 191/2009”. Il decreto ministeriale andava a definire il piano di acquisto e distribuzione dei DAE, tenendo conto dei dispositivi già presenti sul territorio e prendendo in particolare considerazione i luoghi a maggior rischio, nonché quelli con maggior difficoltà di collegamento”.
“Oltre a ciò – aggiunge il consigliere -, ricordo poi il progetto “Sardegna: isola cardio-protetta” promosso dall’Associazione sarda “Farmacia Politica”, nata anni fa dall’idea e l’unione di alcuni studenti universitari. Un progetto finalizzato a sostenere l’installazione di DAE nei comuni della Sardegna privi di defibrillatori o che necessitano di una maggior copertura, nonché a creare partenariati pubblico-privato per facilitare la clonazione di DAE e per sensibilizzare stili di vita atti a prevenire l’insorgenza di malattie cardio-circolatorie. Ancora, annovero inoltre la legge 4 agosto 2021, n. 116, sulle ‘Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici’”.
Deriu avanza le sue proposte: “L’utilizzo dei defibrillatori è consolidato essere ormai il più potente strumento salva-vita nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi. Prendendo dunque atto di ciò, e volgendo appello all’assessore Carlo Doria, ritengo possa essere utile nell’imminente compiere una mappatura della cardio-protezione della Sardegna, qualora non sia già disponibile. Inoltre, sarebbe opportuno cogliere le esigenze e le scoperture dei comuni della Sardegna e mettere a disposizione i dati raccolti, anche attraverso l’eventuale coinvolgimento delle associazioni operanti nel settore”.
Elisabetta Caredda
25 maggio 2023
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