28 NOV - Sviluppare la digitalizzazione dei percorsi assistenziali sul territorio per abilitare il lavoro delle equipe multidisciplinari e multiprofessionali, il coinvolgimento attivo di paziente e caregiver, la governance integrata di sistema; creare un ecosistema della presa in carico del paziente cronico, che tenga conto della specificità, della complessità e della multidimensionalità dei suoi bisogni; garantire l’accesso ai Lea per le nuove piattaforme digitali integrate prodotti-servizi, compresa la Telemedicina a domicilio; implementare piattaforme di population-management per l’individuazione precoce dei soggetti a rischio (case finding), da avviare verso percorsi assistenziali personalizzati.
Sono solo alcune delle dieci azioni per il futuro dell’assistenza territoriale proposte da Assobiomedica oggi al Forum Risk Management di Firenze nell’ambito della presentazione del working paper “I nuovi modelli di assistenza sul territorio e i servizi a valore aggiunto dell’industria”, realizzato in collaborazione con Isimm Ricerche.
“L’industria – ha dichiarato Fabio Faltoni, Presidente dell’Associazione Servizi e Telemedicina di Assobiomedica – è pronta a raccogliere la sfida del nuovo paradigma dell’assistenza territoriale. Solo attraverso la capacità del settore produttivo di capire i complessi fabbisogni dei sistemi sociosanitari pubblici si potranno organizzare modalità dell’offerta di beni e servizi più adeguati alla domanda stessa. E la disponibilità di strumenti digitali, come cartella clinica elettronica, prescrizione medica digitale, fascicolo sanitario elettronico, telemedicina, ha offerto l’opportunità di collegare in maniera più proficua medici, pazienti, strutture e informazioni. Con l’attuale nuova ondata di tecnologie innovative (mobile health, Internet of things, big data analytics, cloud computing, intelligenza artificiale) è possibile riprogettare alla radice i sistemi salute attraverso lo sviluppo di nuovi servizi digitali a beneficio di policy-maker, medici e pazienti”.
In particolare, la consapevolezza di questo salto di qualità necessario è stata sancita dal varo del Piano nazionale della Cronicità, che mira a ridisegnare la struttura assistenziale e i percorsi per la cronicità, spostando sempre più risorse dall’ospedale al territorio, anche avvalendosi delle opportunità offerte dai sistemi informativi e digitali e dalla Telemedicina e accompagnandole con una graduale riprogettazione dei sistemi organizzativi e dei processi sul territorio, per garantire agli investimenti stessi sostenibilità e consolidamento nel tempo.
“La novità di questo progetto – ha continuato Faltoni – è offrire al sistema delle imprese le ‘coordinate’ per costruire tutta una serie di strumenti rivolti agli attori dei sistemi sociosanitari regionali per rispondere ai loro fabbisogni, ricordando che tali strumenti possono essere finalizzati alla parte sanitaria in senso stretto ma anche per la parte sociale. Siamo convinti sia necessario oggi costruire forme più avanzate di collaborazione con istituzioni sanitarie, autorità regolatorie, centrali d’acquisto, operatori del privato sociale e del welfare integrativo, per generare nuovo valore a beneficio di medici e pazienti. Lungo questo percorso il passaggio chiave è costituito dalla progressiva personalizzazione dei servizi, che si fonda da un lato sulla riorganizzazione dei processi assistenziali e dei percorsi professionali, dall’altro sull’impiego delle nuove soluzioni hi-tech. Si tratta di due elementi basilari fortemente interconnessi – ha concluso Faltoni –, in quanto il successo della riprogettazione dell’assistenza territoriale, operata dal pubblico, dipende anche dalla valorizzazione del bagaglio di competenze, conoscenze e soluzioni innovative offerte dall’industria, mentre la piena realizzazione delle potenzialità dei nuovi servizi a valore aggiunto dell’industria è legata all’effettiva funzionalità e operatività dei nuovi sistemi organizzativi a largo spettro sul territorio”.
28 novembre 2018
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