25 NOV - Al tredicesimo Forum Risk Management in Sanità che inizierà martedì prossimo a Firenze, si parlerà di Finanziamento dei Lea e sostenibilità del sistema sanitario nazionale. E' il tema caldo del momento e verrà affrontato con molti direttori generali italiani. Tra questi c'è Fulvio Moirano Direttore Generale Ats Sardegna
Dottor Moirano, nel suo intervento al Forum affronterà il tema della sostenibilità..
Sì, perché è il tema fondamentale di questi anni in cui la crisi economica del paese ha determinato un minore finanziamento dei SSR.
La grande sfida consiste quindi nel dare maggiore efficienza al sistema senza ridurre i servizi che devono rispondere ai nuovi obiettivi di qualità.
La coperta non rischia di essere corta?
Se da una parte c'è la necessità di sostenere i Lea dall'altra il finanziamento della spesa sanitaria si è ridotta anche per le scelte politiche fino ad oggi adottate. Esiste quindi questa apparente contraddizioni tra i Lea che aumentano e i finanziamenti che diminuiscono.
E quindi quali soluzioni si possono mettere in campo?
Per ovviare a questo evidente problema sono stati avviati dei percorsi che hanno previsto degli standard di ridimensionamento delle strutture con applicazioni non sempre omogenee, ma che sono uno strumento per liberare alcune risorse a vantaggio delle politiche territoriale legate, ad esempio, alla cronicità.
Le regioni sono quindi centrali..
Le regioni affrontano questa fase in maniera diversa tra loro, la mia, ad esempio, ha creato una azienda unica che ha accorpato 8 vecchie Asl determinando la regionalizzazione dell'organizzazione sanitaria territoriale. Fatto questo, ora stiamo affrontando la fase dell'aumento della qualità dei servizi erogati.
Ha incontrato difficoltà?
La difficoltà che ho trovato sono quelle attese, dato che abbiamo dovuto ridimensionare, ad esempio, le funzioni apicali. Però prima c'erano otto bilanci e adesso ce ne è solo uno. Insomma, si tratta di un processo di cambiamento piuttosto consistente. Abbiamo ottenuto un buon impatto economico ora però stiamo lavorando sui tempi di attesa.
Si tratta secondo lei di un percorso inevitabile?
E' un processo di razionalizzazione che, con diverse modalità, sta coinvolgendo diverse regioni. Secondo me la necessità di ridurre i costi ed incrementare i servizi, spinge in questa direzione, però è necessario ricordare che si tratta di azioni complesse che vanno testate nel tempo. Si possono quindi ottenere molti vantaggi, ma bisogna ideare un meccanismo che dia autonomia entro certi limiti anche le aree locali. Tutto sta nel trovate l'equilibrio tra la necessità di accentramento e la vicinanza alle persone e ai territori.
Diego D'Ippolito
25 novembre 2018
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