27 OTT - Il 13° Forum Risk Management in Sanità si terrà a Firenze, Fortezza da Basso, dal 27 al 30 novembre 2018. Quest’anno, a 40 anni dall’Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, il Forum sarà sede e occasione per un confronto sulle cose da fare per innovare e riformare il sistema sanitario e renderlo più efficiente e capace di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini.
Tra i main partner del Forum c'è Assobiomedica guidata da circa un anno da Massimiliano Boggetti. Assobiomedica è la Federazione di Confindustria che rappresenta le imprese che forniscono dispositivi medici alle strutture sanitarie italiane pubbliche e private, e direttamente ai cittadini tramite le reti delle farmacie e sanitarie.
Presidente, quello dei dispositivi medici è secondo lei un settore strategico per il Paese, vale lo stesso per i suoi interlocutori politici?
Noi riteniamo che i dispositivi medici siano strategici per i processi di cura, per la prevenzione, ma sopratutto perché renderanno attuabili la medicina del futuro. Non è chiara la percezione che le istituzioni hanno del mondo dei dispositivi medici e comunque questo Governo ha una interlocuzione difficoltosa con tutto il mondo dell'industria. Io al momento non ho ancora incontrato il ministro. Oggi non c'è la percezione dell'importanza di questo settore, non c'è presa di coscienza del valore che esprime. Il sistema sanitario è in una condizione tale da svilire il nostro settore. L'intero mondo evoluto va verso una medicina diversa e personalizzata noi invece andiamo verso le centralizzazioni e i costi standard.
Come si disciplina in modo proficuo il rapporto tra medicina e industria?
L'efficienza dei dispositivi medici si basa sul rapporto tra medico e industria, ma questo rapporto è spesso visto con sospetto. Noi abbiamo fatto un codice etico che ha l'obiettivo di rendere trasparente questo rapporto perché è proprio in questo sano dialogo che si creano le condizioni per l'innovazione. La corruzione danneggia innanzitutto l'industria e per combatterla dobbiamo semplificare i processi. Una giustizia semplice e veloce aiuterebbe.
Prima delle elezioni ha presentato alle forze in campo la necessità di rafforzare la governance del Servizio sanitario nazionale, di ammodernare il parco tecnologico, di agevolare gli investimenti in ricerca e innovazione, di valorizzazione la ricerca scientifica. Che risposte le sono arrivate dalla politica?
Purtroppo ad oggi i nostri suggerimenti non sono stati recepiti e queste tematiche non sono state prese in considerazione nella legge di stabilità. Noi volevamo aiutare i partiti, le nostre proposte avevano l'obiettivo di rendere il servizio sanitario sempre più forte, ma non ci hanno ascoltato ne' in campagna elettorale e nemmeno in questa fase di programmazione economica. Sembrerebbe siano state fatte altre scelte non incentrate sulla salute e sull'innovazione.
Come si frena la fuoriuscita verso l’estero di competenze e innovazione?
Oggi la nostra industria vive principalmente di export, i nostri dispostivi sono considerati nel mondo un grande valore. Questo perché crediamo innanzitutto che la salute sia il nostro più importante valore. La fuga di competenze si evita cercando di investire su tutti i punti del nostro manifesto elettorale, che lei ha citato prima. Avverto però un clima disincentivante e devo sottolineare che non c'è mai stato un investimento specifico nel nostro comparto strategico.
La sanità va verso modelli predittivi e personalizzati, a che punto siamo?
Siamo già molto avanti. Siamo in una fase in cui l'uomo è monitorato continuamente non solo nei suoi comportamenti, ma anche nei parametri vitali. Oggi la predittività è primaria e renderà il sistema sanitario sostenibile. In Italia è avvenuto qualcosa di straordinario, il numero degli ultra 70 ha superato quello degli under 30 è evidente che con questo tipo di popolazione sia necessario imboccare una strada differente. La medicina predittiva nell'immediato genera costi, ma è una sfida che bisogna affrontare altrimenti il sistema sanitario diventerà insostenibile. Non investendo si posticipa soltanto l'esplosione del problema. Noi siamo pronti.
Può tracciare un bilancio del suo primo anno alla guida di Assobiomedica?
Sono molto contento, abbiamo tratto forza dalle diversità nel nostro comparto. Abbiamo sviluppato, come pochi altri, uno straordinario storytelling. Avevo l'obiettivo di lavorare sulla coesione delle industrie e per questo entro breve creeremo un contenitore ancora più rappresentativo. Volevamo investire in etica e responsabilità sociale e ci siamo riusciti.
Diego D’Ippolito
27 ottobre 2018
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