Università di Cagliari esenta dalle tasse gli studenti caregiver
di Elisabetta Caredda
Tutto nasce dalla richiesta di Antonio Demarcus, 45 anni, che assiste h24 la madre invalida. “Per potermi prendere cura di lei ho dovuto rinunciare al lavoro, rallentare gli studi, rinunciare alla mia vita personale”. Iscritto ad Ingegneria presso l’Università di Cagliari, non aveva la possibilità economica di pagare le rette universitarie. “Ho proposto all’Ateneo di esentare gli studenti caregiver. Iniziativa che l’Università ha accolto. Un primo passo che deve essere sostenuto dalle istituzioni in un più ampio riconoscimento del diritto allo studio”
13 APR - L'attività di cura prestata dal caregiver familiare in Italia è ancora priva di tutele adeguate. Non esiste ad oggi una vera e propria legislazione volta a riconoscere il valore sociale ed economico di chi assiste un familiare non autosufficiente affetto da una malattia o una disabilità, con una loro più serena sopravvivenza. Non esistono, dunque, adeguate forme di sostegno. Dalla Sardegna, però, arriva una bella storia. Protagonisti sono
Antonio Demarcus, 45 anni, studente di Ingegneria e caregiver della madre, e l’Università di Cagliari.
“Da circa otto anni – racconta Antonio Demarcus al nostro giornale - seguo h24 mia madre, affetta da diverse patologie invalidanti. Per potermi prendere cura di lei ho dovuto fare una scelta radicale, ossia rinunciare al lavoro, rallentare gli studi, ho 45 anni, rinunciare alla mia vita personale per dar respiro e serenità ad una mamma che soffre. Mi mancano due esami alla laurea magistrale, sono iscritto alla facoltà di ingegneria dell’Ateneo cagliaritano, mi alzo alle cinque del mattino riuscendo a dedicare allo studio non più di due ore al giorno”.
Demarcus è di Pattada, un piccolo Comune della provincia di Sassari. E’ un caregiver molto attivo. Catturando l’attenzione delle associazioni Confad, Unidad, Oranoi Aps E Cittadinanzattiva, li ha coinvolti nel lanciare un appello alle istituzioni nazionali e regionali perché vengano riconosciuti ai caregiver familiari tutele che consentano di agevolare il loro riconoscimento sociale, e quindi anche al diritto allo studio universitario.
“Viviamo della sola piccola pensione del mio genitore – racconta Demarcus –, con difficoltà anche economiche. Sentitomi frustrato e preoccupato, ho intrapreso due anni fa una prima iniziativa per proporre la detassazione per gli studenti Caregiver, chiedendo, forse egoisticamente, all’allora Rettrice dell’Università cagliaritana la possibilità di essere esonerato dalle tasse. Sensibilmente, per quell’anno, ho trovato accoglimento alla richiesta. Nel settembre 2020 poi, dopo aver trascorso quasi tutta l’estate con mia madre costretta al letto per la malattia, mi son ricordato di dover pagare le tasse universitarie e di non avere i soldi per poterlo fare. Ecco che la difficoltà dell’anno prima mi si ripresentava davanti. È stato a questo punto che ho deciso di sollevare in modo più importante l’iniziativa e di chiedere per tutti gli studenti caregiver il diritto allo studio. A cominciare proprio dal mio ateneo cagliaritano”.
“Un diritto allo studio che potesse considerare – puntualizza il caregiver -, oltre all’esonero delle tasse, anche la concessione di tutta una serie di tutele, come l’abolizione dello status di “fuori corso”, la possibilità di essere sostenuti da borse di studio, la calendarizzazione degli esami, la D.A.D compresa delle registrazioni audio e video delle lezioni, e ciò che potesse essere di ostacolo alla nostra formazione, tenuto conto della situazione che ci vede, per ovvie ragioni, rallentare gli studi”.
“Ancora una volta – continua lo studente -, e questa volta con mia grande soddisfazione, l’ateneo cagliaritano ha risposto. E’ stato fatto un primo passo: modificando il regolamento tasse 2020/21 (allegato), l’università ha integrato l’articolo 20bis con l’ “Esenzione per lo studente rientrante nella definizione di Caregiver Familiare”.
“Un primo ‘piccolo’ passo – sottolinea Demarcus – che ritengo vada sostenuto non solo a livello strettamente locale, ma che possa rappresentare un principio di discussione da affrontare sia a livello regionale, e sia nazionale. Perchè i caregiver studenti possano trovare anch’essi, nel mondo universitario, una loro configurazione e dei diritti: quelli rivolti a perseguire un percorso di studi, anche importante. Vorrei far notare che un giorno la vita ci staccherà per natura dai nostri genitori, non ci saranno nemmeno più minime pensioni da cui garantirci almeno il pane a tavola. Di cosa dovremo vivere un domani?”
“L’auspicio – conclude Demarcus – è che l’entusiasmo che in me è nato per portare avanti questa iniziativa, già accolta da alcune associazioni che cercano di dare voce ai caregiver, possa essere in tempi celeri accolta anche dalle istituzioni di competenza affinché si apra un tavolo di discussione per davvero serio che coinvolga sia noi caregiver studenti, e parti sociali. L’obiettivo è risolvere definitivamente il dramma delle difficoltà che si vivono quotidianamente quando si sceglie di assistere umanamente un nostro caro e non abbandonarlo, riconoscendoci quello che è anche il nostro ‘Diritto allo studio’, in prospettiva non solo di un presente ma anche di una vita futura”.
Elisabetta Caredda
13 aprile 2021
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