Test sierologici. Regioni chiedono chiarezza sulla gestione dei test
Dopo le sollecitazioni dei giorni scorsi, le Regioni evidenziano in una nota che “il ricorso esponenziale della popolazione ai test sierologici, anche per iniziativa di numerosi sindaci che li stanno promuovendo come strumento di screening epidemiologico di massa genera incertezza interpretativa e rischia di aumentare a dismisura la richiesta di tamponi, invocati per fare chiarezza sulla diagnosi”.
15 MAG - “Il ministro faccia chiarezza sulla gestione dei test”. L’invito era già stato
lanciato dalle Regioni pochi giorni fa e ora
Luigi Icardi Coordinatore nazionale della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, ha preso carta e penna per rinnovare la richiesta.
In una nota inviata al ministro della Salute,
Roberto Speranza, la Commissione sottolinea la necessità che “sia individuata, a livello centrale, una strategia nazionale, attraverso un provvedimento normativo che identifichi modalità operative e le priorità per gestire in maniera integrata gli strumenti di analisi sierologica e molecolare (tamponi)”.
Preso atto della circolare ministeriale, condivisa nel merito, secondo cui solo il tampone ha una validità diagnostica, le Regioni fanno presente che il ricorso esponenziale della popolazione ai test sierologici, anche per iniziativa di numerosi sindaci che li stanno promuovendo come strumento di screening epidemiologico di massa, genera incertezza interpretativa e rischia di aumentare a dismisura la richiesta di tamponi, invocati per fare chiarezza sulla diagnosi.
In particolare, le Regioni palesano il rischio concreto che la richiesta di tamponi in esito positivo al test sierologico di massa “possa impedire di effettuare tempestivamente i tamponi necessari (e la cui effettuazione è obbligatoria per legge) a contrastare l’infezione da coronavirus Covid19”.
“È chiara la difficoltà in Italia ad assicurare i tamponi a tutti – osserva il coordinatore Icardi – , nessuna Regione sarebbe al momento in grado di garantire questo esame a chiunque lo richieda come strumento di validazione degli esiti sierologici. Occorre che a livello nazionale sia fatta al più presto chiarezza, stabilendo linee guida che valgano per tutti, in tutte le situazioni”.
15 maggio 2020
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