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Perugia. Medico visitava i pazienti in studio abusivo fatto in casa. Denunciato


L’ematologo, in rapporto di esclusiva con l’ospedale di Perugia, aveva allestito nella taverna uno studio dove erogava visite specialistiche al prezzo di circa 150 euro e senza rilasciare ricevute fiscali. Dal 2007 ad oggi aveva ricevuto 66 mila euro di emolumento di esclusività professionale.

11 APR - Lo hanno scoperto i Carabinieri del Nas di Perugia nell’ambito di accertamenti per verificare la correttezza dell’attività libero professionale svolta da operatori sanitari in regime di intramoenia e di extramoenia. Ed ora un medico specialista ematologo dell’ospedale di Perugia è stato denunciato per falso e truffa ai danni del Ssn perché svolgeva attività medica non autorizzata presso la propria abitazione.

“L’indagine – spiega una nota dei Nas – è stata originata dalla segnalazione di un paziente e ha consentito di accertare che il professionista, che aveva dichiarato al proprio ente di appartenenza di voler svolgere a tempo pieno la propria attività pubblica (c.d. ‘rapporto di esclusività’), percependo così un’indennità mensile supplementare pari a circa 1/3 dello stipendio ‘ordinario’, aveva allestito nella taverna della propria abitazione, ubicata nel folignate, uno studio medico (attrezzato con lettino, scrivania e materiale sanitario di vario genere) ove sottoponeva a visita specialistica numerosi pazienti, ai quali richiedeva onorari pari a circa 150 euro senza rilasciare ricevute fiscali, prescrivendo in molti casi analisi di laboratorio e farmaci ad alto costo”.

Nel corso della perquisizione effettuata presso lo studio, “peraltro caratterizzato da scarsa igiene e pessime condizioni generali (dovute soprattutto alla presenza di animali da compagnia)”, i Carabinieri del Nucleo umbro hanno sottoposto a sequestro numerosi blocchi di ricettari medici regionali, schede di segnalazione di diagnosi e piani terapeutici, nonché documentazione sanitaria attestante la prescrizione di esami di laboratorio.

Dagli accertamenti svolti è risultato che, dal 2007 ad oggi, il professionista ha indebitamente percepito dal Ssn la somma di 66mila euro quale emolumento per l’esclusività dell’attività professionale svolta a favore della sanità pubblica.
 

11 aprile 2012
© Riproduzione riservata

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