Mobilità ospedaliera. Calano del 2% i ricoveri fuori regione: quasi 13mila viaggi della speranza in meno. Ma il flusso resta sempre da Sud verso Nord
Il dato emerge dalle Sdo 2017: sono 12.911 i ricoveri in mobilità in meno rispetto alle Sdo 2016 (-2%) e anche considerando i ricoveri per tumore, radioterapia e chemioterapia (in tutto 86.963), contati a parte, i ricoveri in meno sono quasi 9.000. I saldi di mobilità confermano saldi negativi al Sud e generalmente (tranne poche eccezioni) positivi al Centro-Nord. Il record negativo alla Campania (con un saldo che segna -54.810 ricoveri), seguita dalla Calabria (-49.038).
02 APR - Oltre 745mila ricoveri in mobilità nel 2017 come somma di tutte le forme di ricovero, escluse quelle per tumore e per le terapie a esso collegate (radioterapia e chemioterapia) che assommano ad ulteriori 86.963 ricoveri.
E’ questo il risultato che emerge dalle Sdo 2017, che segnano un leggero calo (2%) rispetto all'anno precedente pari a circa 13.000 ricoveri in mobilità in meno. Il calo si conferma anche considerando i ricoveri per tumore, radioterapia e chemioterapia che le Sdo 2017 conteggiano a parte.
I saldi di mobilità disegnano un’Italia che al Sud ha dati complessivamente negativi, mentre al Centro e al Nord sono positivi (nonostante la presenza di Regioni singolarmente in saldo negativo).
Il peggior saldo negativo in Italia è quello della Campania con -54.810 ricoveri, seguita dalla Calabria con -49.038. E il saldo negativo di queste due sole Regioni è pari al 52% del saldo negativo dell’intero Sud e al 59% del saldo negativo di tutte le Regioni in piano di rientro, tra cui gli unici due saldi positivi sono quelli del Lazio (+8.274 ricoveri) e del Molise (+414 ricoveri) che è anche l’unico saldo positivo di tutto il Sud.
Il saldo positivo più alto è della Lombardia con +100.922 ricoveri, seguita dall’Emilia Romagna con +63.255 ricoveri che insieme equivalgono al 99% dei saldi positivi del Nord e al 93% di quelli di tutte le Regioni non in piano di rientro.
Tra le Regioni non in piano di rientro presentano saldi negativi Piemonte (-8.166), Valle d’Aosta (-203), Trento (-1.673), Liguria (-7.711), Marche (-5.085), Basilicata (-6.646) e Sardegna (-10.054).
Il dato più significativo tuttavia è dove si spostano i pazienti in cerca di cure.
Tra le Regioni del Nord è accentuata la mobilità di confine, quella cioè tra Regioni vicine tra loro.
Così ad esempio la maggior parte dei pazienti in mobilità dal Piemonte va in Lombardia, dalla Valle d’Aosta va in Piemonte, dalla Lombardia in Emilia-Romagna e così via anche per le Regioni del Centro.
Al Sud la Campania registra i maggiori spostamenti verso il vicino Lazio, ma a seguire c’è la Lombardia, che vicina non è e che diventa Regione di elezione per i pazienti in mobilità di Puglia, Sicilia e Sardegna e per quelli della Calabria, come in Campania, è al secondo posto dopo il Lazio, ma con valori molto più ravvicinati.
Sulla mobilità per tumori e terapie correlate il quadro è abbastanza simile, ma la Lombardia, seguita questa volta come Regione d’elezione dal Lazio , ma solo per le Regioni del Centro Sud tranne la Sicilia i cui pazienti scelgono per prima la Lombardia seguita dalla Toscana e poi dal Veneto, è sempre presente tra le prime tre Regioni scelte dai pazienti di quasi tutte le altre Regioni ed è al primo posto assoluto rispetto a quelli di Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, ma anche ancora una volta Puglia, Sicilia e Sardegna, con la Calabria che tra Lombardia e Lazio (al primo posto) ha solo una differenza di 43 pazienti e la Campania che comunque mantiene la Lombardia al secondo posto per scelta dei suoi residenti (dopo il Lazio).
Mettendo in classifica le Regioni secondo la percentuale del saldo dei ricoveri rispetto al totale dei ricoveri registrati nel 2017, al primo posto c’è l’Emilia Romagna, in positivo dell’’8,24% (lo scorso anno era il 9%), seguita dalla Lombardia (6,73%, lo scorso anno era al 7,2%) e dalla Toscana (5,48%: lo scorso anno era al secondo posto col 7,5%).
Le percentuali positive rispetto alle persone ricoverate sono praticamente tutte al Centro Nord (e in Molise per il Sud), mentre quelle negative, tranne Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Marche, sono tutte al Sud e nelle Isole.
I valori negativi vanno dal -0,94% di saldo della Valle d’Aosta fino al -22,89% della Calabria, in peggioramento rispetto allo scorso anno di circa 2 punti percentuali, ma in realtà il valore peggiore prima di questo è quello della Basilicata che si ferma a -8,82%, anche in questo caso in peggioramento di circa 2 punti percentuali in un anno.
Dal punto di vista economico – il confronto è possibile in quanto il dato di spesa 2017 è quello utilizzato per il riparto 2019 e, quindi, riportato nella proposta delle Regioni - il discorso è diverso (e anche la classifica), legato spesso anche alla complessità e alla specializzazione delle degenze.
In testa c’è la Lombardia con un saldo attivo da quasi 700 milioni (il 66,75% dei crediti totali che superano il miliardo e in aumento rispetto al 2016) e in coda la Calabria con un saldo in rosso di quasi -275 milioni che rappresenta il 1.004,67% del credito di circa 27 milioni, tuttavia in miglioramento rispetto all’anno precedente.
Nel dare e avere dal punto di vista economico il peso della complessità dei ricoveri si nota subito. Un esempio per tutti: il Molise. La Regione è l’unica del Sud ad avere saldi positivi sia dal punto di vista economico che dei pazienti. Questo perché nella Regione la mobilità attiva e il conseguente saldo economico è legata praticamente tutta all’istituto Neuromed di Isernia, un Irccs centro di rilevanza nazionale e di altissima specializzazione per patologie che riguardano la neurochirurgia, neurologia, neuroriabilitazione e tutte le applicazioni relative alle neuroscienze in cui sono utilizzabili la neuroradiologia, l’angiocardioneurologia e la chirurgia Vascolare, che attrae e assiste pazienti da tutta Italia e alla sede distaccata dell’Università Cattolica.
Ndr. In una precedente versione di questo articolo per un nostro errore non abbiamo considerato che nel 2017 i ricoveri in mobilità per il cancro sono stati conteggiati separatamente rispetto alle Sdo 2016. Ciò ci ha indotto ad una errata valutazione del trend nei due anni portandoci a stimare un calo della mobilità molto elevato rispetto a quello effettivo come riportato correttamente nella presente versione dell'articolo. Ci scusiamo pertanto con i lettori per l'errore. Nulla cambia, invece, tra questa e la precedente versione dell'articolo, per quanto riguarda i saldi di mobilità e le relative tabelle del 2017.
02 aprile 2019
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