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Pavia. Truffe all’Inps: 134 casi accertati e un danno da 1,3 mln di euro. Arrestato dipendente Asl


Dal 2005 al 2011 la dipendente Asl, in concorso con più persone, ha elaborato pratiche fittizie e ottenuto indebiti rimborsi di ratei maturati e non riscossi per l’indennità d’accompagnamento di invalidi civili senza requisiti, dividendo poi le somme con i beneficiari. I Nas stanno verificando altre 400 posizioni.

13 GEN - Arrestata stamani dai Nas di Pavia una dipendente dell’Asl, Guiduccia Massolini, 50 anni, responsabile del reato di truffa aggravata e continuata in concorso ai danni dell’Inps per una cifra pari a 1,3 milioni di euro che potrebbe tuttavia rivelarsi più alta. Infatti al momento sono 134 i casi accertati di truffa all’Inps, ma l’indagine continua e i Nas hanno già individuato altri 400 sospetti che saranno oggetto di ulteriori verifiche.

Ma ecco come si realizzava la truffa. La dipendente dell’Asl di Pavia, dal 2005 al 2011, in concorso con più persone, ha istruito pratiche fittizie di rimborso di ratei maturati e non riscossi per l’indennità d’accompagnamento di invalidi civili in vita e deceduti, in totale assenza dei requisiti in capo agli originari titolari, tanto che le relative pratiche non risultavano registrate all’Asl. Le false pratiche erano quindi comunicate per via telematica all’Inps, che erogava tramite assegno circolare o bonifico bancario le indennità ai falsi eredi di invalidi civili che non avevano ricevuto in vita i benefici economici di accompagnamento. I falsi eredi beneficiari, poi, versavano alla dipendente Asl una quota dal 50% al 70% della somma indebitamente ricevuta dall’Inps.

“Nei prossimi giorni – spiega una nota dell’Inps - verranno sentite in merito alcune centinaia di persone che saranno deferite alla competente A.G. nel caso di accertata compiacenza”.

Nel corso delle indagini sono emersi anche altri pagamenti ad invalidi civili non deceduti per infermità/patologie inesistenti. “La stessa Massolini – spiegano i Nas - ha fatto percepire indebitamente alla madre ed al figlio  numerose pagamenti relativi a rimborsi per indennità  d’invalidità inesistenti. Lei stessa  è risultata essere beneficiaria di un pagamento perché non vedente, infermità di cui ovviamente non era affetta. In passato la donna si era resa responsabile di episodi analoghi, per le quali era stata condannata, relativi a truffe da lei perpetrate con simili modalità. In particolare fu accertato che aveva fatto percepire sempre alla madre un’indennità aggiuntiva al trattamento pensionistico poiché falsamente riconosciuta non vedente”.

 

13 gennaio 2012
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