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Manovra: le Regioni ribadiscono il loro no


Approvato un documento durissimo che boccia la manovra in toto. Nel pomeriggio le Regioni incontrano le parti sociali e domattina i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione. “La manovra sulla farmaceutica – dice Errani – è di fatto un taglio al Fondo sanitario”.

15 GIU - Le ragioni della bocciatura delle Regioni alla manovra di bilancio sono riassunte in un documento votato all’unanimità e che riassume le “Valutazioni in ordine alle principali criticità della manovra finanziaria 2011-2013” (in allegato, a fondo pagina, il documento integrale).

Registrata la crisi lo scorso giovedì, dopo l’incontro con il ministro Tremonti, le Regioni aprono ora una fase di iniziativa per ottenere modifiche sostanziali alla manovra economica proposta dal Governo: oggi alle ore 17 incontreranno le forze sociali ed economiche (sindacati, Confindustria, Confcommercio ecc.) mentre per domattina sono fissati gli incontri con tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e di opposizione.

Il nodo essenziale è la ripartizione dei tagli previsti dalla manovra: “Il peso dei tagli – ha sintetizzato Vasco Errani, presidente della Conferenza dei presidenti – ricade sulla manovra per oltre il 50%, anche se in questi anni il comparto regionale ha mostrato di essere più capace di eliminare gli sprechi, riducendo complessivamente i suoi costi del 6%, mentre i costi dello Stato centrale crescevano di oltre il 10%”. La richiesta quindi è che, mantenendo il saldo finale, il peso sia ripartito equamente tra i comparti della Repubblica. Secondo Formigoni il Governo dovrebbe comportarsi come “un buon padre” ripartendo equamente i sacrifici tra tutti i figli, invece come “un padre sciamannato” li fa ricadere in gran parte sulle spalle del “figlio più virtuoso”, le Regioni appunto.

Le Regioni denunciano inoltre che i mancati trasferimenti mettono a rischio molti servizi fondamentali, come i trasporti locali, ponendo anche una questione di incostituzionalità perché non rispetta “la doverosità  della corrispondenza tra funzioni attribuite e risorse a disposizione”, come si legge nel documento regionale.

E malgrado le molte dichiarazioni del ministro Tremonti, secondo Errani ci sono tagli anche per la sanità: “Ribadiamo che il Patto per la Salute viene toccato, perché la manovra farmaceutica è di fatto una riduzione del Fondo sanitario di 600 milioni all’anno. I risparmi ottenuti con un maggiore controllo sull’appropriatezza, invece, dovevano servire a coprire i costi dei farmaci innovativi”. A questi occorre poi aggiungere le difficoltà prodotte dal blocco dei contratti del pubblico impiego, che ovviamente riguardano anche medici e infermieri e che rendono difficilissima le trattative per interventi di cambiamento strutturale della sanità: territorializzazione, riduzione dei posti letto ospedalieri ecc.

Unanime la posizione in materia di federalismo fiscale. “Con questa manovra – ha detto Errani – si riducono sostanzialmente i margini per la realizzazione del federalismo fiscale, mentre la Conferenza dei presidenti chiede l’attuazione i  tutte le sue parti della legge 42 sul federalismo fiscale”. Dunque, sembra di capire, nessuna “fuga in avanti”: se non si troverà un accordo sulla manovra, anche i decreti sul federalismo fiscale non potranno avanzare.
 
E.A.
 

15 giugno 2010
© Riproduzione riservata

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