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Manovra: Gentile (Puglia), “Siamo oltre la macelleria sociale”


“Questa manovra massacra le famiglie, vuole epurare i disabili e ridicolizza le donne”. Dopo la riunione della Commissione interregionale degli assessori per le Politiche Sociali, l’assessore pugliese al Welfare, Elena Gentile, fa la sintesi dei tagli che saranno inferti al sistema dei servizi sociali pugliesi e afferma: “Siamo oltre la macelleria sociale”.

11 GIU - “A partire dal 2011 – spiega Gentile nella nota - viene azzerato il Fondo per le Non Autosufficienze, che per la Puglia significa un taglio netto di 25 milioni di euro annui, e riduce a briciole il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali, con una perdita netta per la Puglia tra il 2007 e il 2011 di quasi 50 milioni di euro”.

Numerosi, secondo l’assessore, gli aspetti di estrema preoccupazione espressi in sede di Commissione delle Regioni, e che vanno oltre la portata dei tagli finanziari, per gli impatti diretti che genereranno sulla maggiore spesa richiesta alle famiglie. “Il taglio dei finanziamenti sociali complessivi mette del tutto a rischio la possibilità di assicurare i LEA – Livelli Essenziali di Assistenza sociosanitari”, afferma Gentile aggiungendo che “tutti i disabili psichici e in particolare le persone down e autistiche, non potranno più accedere all’indennità di accompagnamento, che potrà essere riconosciuto solo con invalidità superiore all’85%, e non più al 74%”.

L’assessore definisce infine una “beffa” la modifica del regime pensionistico per le donne impiegate nel settore pubblico al compimento del 65mo anno di età. “Tremonti promette che i risparmi andranno al fondo per asili nido e per la non autosufficienza. Peccato, però, che Brunetta fa eco al suo collega ricordando che lo spostamento dell’età pensionabile delle impiegate e dirigenti pubbliche da 60 a 65 anni produrrà risparmi pari a 0 € nel 2010, a 0 € nel 2011, a 50 Meuro nel 2012 e a 150 Meuro nel 2013”, osserva l’assessore, secondo la quale “sono chiari i tagli che oggi subiscono in misura maggiore le donne, perché tagliare i servizi di cura domiciliari per gli anziani non autosufficienti e i fondi per le rette degli asili nido penalizza soprattutto le donne”.
 

11 giugno 2010
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